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di Martina B. e Vanessa S.

Notizie, scoop, pettegolezzi e foto rosa sui personaggi McLaren

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DONNE E MOTORI = GIOIE E DOLORI????

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Gossip, scoop, curiosità e novità, ma non solo.. la storia, la passione, l'impegno e l'incredibile sforzo delle donne per entrare a far parte del mondo maschilista delle corse!! Questo e molto altro nella fantastica rubrica dedicata al lato femminile della McLaren (e della F1).

Premesso che non è vero che tutte le donne al volante sono dei pericoli ambulanti...questa rubrica vuole essere la dimostrazione che anche il “gentil sesso” può dare molto all'automobilismo italiano, internazionale e perché no, anche alla Formula 1 (...è il caso di Giovanna Amati, ultima donna ad aver partecipato a un campionato di F1 (seppur senza riuscire a qualificarsi) nel 1991-92 con la Brabham e poi sostituita da Damon Hill, con il quale ebbe una storia...).

Giovanna Amati è solo un esempio della tenacia femminile dimostrata nel mondo delle quattro ruote; prima di lei, infatti, hanno preso posto a bordo di una monoposto altre donne come Maria Teresa de Filippis, Desiree Wilson, Lella Lombardi e Sarah Kavanagh. A differenza di molte ragazze che si accontentano di adornare i box, queste ardite “piloti in gonnella” meritano ammirazione per il coraggio dimostrato nel gareggiare in una disciplina sportiva dominata dagli uomini.

Le donne italiane sono state le prime ad ottenere visibilità in questo sport. Maria Teresa de Filippis, la prima donna entrata in Formula 1, nel 1958, si aggiudicò il decimo posto a Spa-Francorchamps, diventando la prima donna di successo della F1. Nel 1975, Lella Lombardi si classificò sesta in Spagna ottenendo mezzo punto.

La sudafricana Desiree Wilson, è stata l'unica in grado di vincere una gara di Formula 1 del campionato britannico. Sarah Kavanagh, pilota irlandese, era stata invitata dalla Jaguar a entrare a far parte del loro team di prova, ma la mancanza di sponsor ha minato l'accordo.

Ma perché le donne non riescono ad affermarsi??

I numerosi tentativi falliti delle donne hanno solo alimentato la salda opinione comune (sbagliata!), che una donna non può, fisicamente e psicologicamente, gareggiare con successo. In realtà, la profonda differenza sul numero di presenze tra maschi e femmine, sta nel fatto che, purtroppo, al momento, pochissime donne hanno sviluppato un interesse per gare e meccanica così forte da poter tentare la scalata alla Formula 1. L'altra faccia della medaglia vede numerosissimi piloti uomini che gareggiano anche nelle formule minori, e tra questi, molti non sono all'altezza della situazione; il problema è che i media continuano solo a sottolineare i fallimenti delle ragazze, senza preoccuparsi di quegli uomini che hanno, in un certo senso, “sbagliato strada”.

24/07/2007