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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2018

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GP d'Austria 2018

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Per cercare di comprendere l’odierno Gran Premio d’Austria, bisogna ricordare anzitutto che la F.1 è solo parzialmente sport legato all’abilità del pilota, mentre è dipendente soprattutto dalle prestazioni della vettura che questi conduce.

Questo fa capire come l’apparente superiorità Mercedes nelle qualifiche si è vanificata in gara con la bellezza di un doppio ritiro e ciò per motivi tecnologici e non per incidenti o simili.

Questo è accaduto ad entrambe le vettura in condizioni pure diverse: Bottas non aveva al momento avversari, mentre Hamilton può accusare il suo Team di non aver effettuato tempestivamente il pit stop in regime di virtual safety car, ma in ogni caso l’appiedamento per ragioni tecniche non è dipeso da strategie di sorta giuste od errate.

Lo stesso può valere per Ricciardo che forse ha chiesto troppo al suo mezzo, ma il cedimento dello stesso va cercato ancora in un’affidabilità ancora precaria in Casa Red Bull.

Vince Verstappen per regolarità di guida che gli ha permesso un giusto consumo di pneumatici e la tenuta del propulsore.

Pasticci anche in Casa Ferrari con Vettel e le sue gomme, ma tutto sommato Maranello esce semi vincitore grazie soprattutto alla debacle dell’avversario principale.

Ferrari dovrebbe farcela in questo 2018, complice una Mercedes troppo altalenante negli step di aggiornamento ed una strategia non sempre felice.

In quanto a Red Bull, il problema sta in un leggero, ma ancora presente, gap di potenza, che, a quanto è dato a vedere, si tenta di colmare con vetture diversamente settate, ma non altrettanto affidabili: è la storia della coperta…

Gli altri sono lì per fare numero ed infatti tutti doppiati: un vero pianto.

Vedremo in Germania che aria tira, ma c’è una sola settimana.

Un caldo saluto, dal Vostro

Fabrizio Pasquali

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