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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2017

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GP di Singapore 2017

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Se Singapore è una città strappata al mare e cresciuta velocemente sino a diventare una splendida realtà di tecnologia e modernismo, non è detto che tale luogo, paradisiaco per gli affari, lo sia altrettanto per lo sport, soprattutto per quello che viene definito l’apice dell’ingegneria applicata all’agonismo.

E’ assolutamente ridicolo infatti, al di là di ogni altra considerazione, ricavare un circuito cittadino in simili condizioni, come dimostrato, da Monaco in poi, in tutti gli altri casi simili, ivi compreso il kartodromo d’Ungheria.

Come possa una vettura leggerissima, a ruote scoperte e quindi con mille problemi di aderenza al suolo, spinta da un propulsore di circa un migliaio di cavalli, affrontare strade strette con curve ad angolo retto, se non peggio,con successo tale da giustificare scelte così irrazionali, non mi pare di capire, se non attraverso la solita, trita frase “ tutto quanto fa spettacolo “.

Ed oggi non è mancato nulla: la pioggia, la gara tradizionalmente in notturna, le Ferrari avanti alle Mercedes assieme alle Red Bull ( tutto ciò era del resto prevedibile date le caratteristiche del tracciato, con avanti le vetture a passo corto e quindi più agili ), ma Vettel e Raikkonen hanno messo del loro per aumentare il thrilling, causando una vera catastrofe che fondamentalmente si è ritorta soprattutto sul Team di Maranello.

Partite benissimo, le Rosse hanno stretto a sandwich un incolpevole Verstappen ( l’unico che in partenza potesse dare fastidio ) causando una carambola tale da mettere fuori gioco se stesse, la Red Bull di Verstappen e, fra gli altri, uno splendido Alonso che, da campione incallito, era riuscito a portarsi nelle posizioni di testa.

Volponi invece in Mercedes, con partenze per entrambi i piloti in seconda marcia ( per non fare slittare le ruote su terreno viscido, pratica insegnata in qualsiasi scuola guida) e splendida mossa di Hamilton nel riuscire ad evitare tutti gli ostacoli creatisi avanti a lui, ciò grazie ad un traiettoria fulmineamente ragionata.

Se dovesse vincere il Mondiale Piloti, il trofeo sarebbe meritato anche solo per la sua condotta in questo diabolico frangente.

Di gara poi non vi è stato nulla: l’Inglese in testa con Ricciardo ad inseguire, l’unico, assieme a Bottas, in grado di mantenere il passo del Leader.

Solo qualche tanghero che è uscito da solo forse per saggiare la consistenza delle barriere di protezione ( che, per la cronaca, hanno tenuto ).

Speriamo che la Malesia possa contare su una gara vera, più lunga di 500 metri…..

Fra due settimane lo vedremo: arrivederci a tutti da,

Fabrizio Pasquali

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“ Quei temerari a ruote scoperte “ - ( Formula Uno in pillole )