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Tutto McLaren - L'angolo del Professor
2017

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GP d'Azerbaijan 2017

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Da sempre ho sostenuto che i circuiti di F.1 devono soddisfare particolari requisiti tecnici ( per altro parzialmente elencati nel Regolamento F.I.A.) non solo per la sicurezza dei piloti e degli spettatori, ma anche per essere i luoghi idonei ad esprimere il valore dei mezzi in gara e, più in generale, quanto si possa aspettare di meglio dalla “Formula 1”, ovvero da quel genere di vetture che hanno caratteristiche speciali, ben chiare e previste da uno sport al cui svolgimento sono necessari strumenti competitivi assolutamente propri.

Ciò premesso, Baku, rivelatasi sede insufficiente lo scorso anno, si ribadisce oggi catastrofica, come per altro intuitivamente si poteva prevedere.

Le numerose Safety Car intervenute, la sospensione della gara con bandiera rossa, i numerosissimi incidenti, l’inadeguatezza di ogni tratto stradale adibito a circuito, stanno a testimoniare un’ostinazione che sicuramente avrà la spinta del denaro alle spalle, ma che in nessun caso testimonia la miseria umana pronta a sopportare tutto per “qualche dollaro in più”.

L’ordine d’arrivo è in gran parte puramente casuale, anche se alcune riflessioni lo possono giustificare: Ricciardo è molto bravo ed agile, guida una vettura sufficientemente veloce, ma soprattutto dall’ottimo telaio, esegue sorpassi puliti e non va in cerca dell’impossibile, quindi in questi “vicoli” vince, come lo sciuscià napoletano nel suo ambiente.

Bottas sfrutta al meglio sino all’ultimo metro la grande vettura che guida bevendosi tutti gli altri quasi vivesse una gara da solo: dopo le cause che l’avevano relegato ultimo e doppiato, non è poco.

Stroll è un ragazzo con talento, non si immischia nei gruppi pericolosi, mantiene una guida sicura e dimostra che su tali circuiti la sua vettura può anche ben figurare.

Hamilton e Vettel fanno a cazzotti e perdono entrambi, come logicamente avviene nello sport: la sfortuna dell’Inglese nella forzata sosta per il banale distacco del poggiatesta viene compensata dalla punizione inflitta al tedesco per la sua reazione da osteria dopo la mezzanotte.

Onesto il comportamento degli altri che sono sopravvissuti alle mille traversie e primi punti per il grande Alonso che si permette battute di spirito quasi guidasse un’automobilina delle giostre o stesse andando al mare col braccio fuori dal finestrino.

Ci rivedremo il nove luglio sul bel Circuito Austriaco: buon caldo a tutti,

da Fabrizio Pasquali

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