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Biografie

di Mattia Albera

Peter Revson

Pilota Ufficiale

Nato a New York (Stati Uniti) il 27 febbraio 1939

Morto a Kyalami (Sud Africa) il 22 marzo 1974

Peter Jeffrey Revlon Revson, erede della Casa di cosmetici americana Revson fondata dal nonno Charles, visse una vita da playboy e mori come suo fratello minore, Douglas – al volante di una macchina da corsa, tentando di essere ciò che non era. La realtà è molto diversa. La famiglia Revson era tutt’altro che povera, ma sostenne la passione di Peter solo per i primi due anni.

Il giovane Peter aveva studiato al famoso collegio Cornell University negli Stati Uniti. “Revvie” o “Revvo” (così veniva soprannominato) è stato spesso descritto come un uomo dallo spirito libero, tutto passione, velocità e pericolo. Iniziò a gareggiare nel 1960 alle isole Hawaii e acquistò una monoposto Morgan con cui corse nel biennio 1962/63. Nel 1963 Peter vendette tutto ciò che possedeva per assicurarsi un sedile in Formula 3 e correre in Europa, per 12.000 dollari. A Monaco dormiva sul camion, in spiaggia. In Europa Revson ottenne importanti successi: a fine anno, tornò negli Stati Uniti con in tasca 6.000 dollari e un’offerta per un sedile in Formula 1. Finì in un nulla di fatto, naturalmente, anche se Revson si dimostrò promettente sulla Lotus-BRM del Team Reg Parnell – iscritta, per ragioni economiche, dalla Revson Racing (America). Qualificò la Lotus-Climax 24, vecchia di due anni, in quarta fila sul circuito di Spa-Francorchamps e arrivò quarto a Solitude.

L’anno dopo, Revson corse al volante di una Ford GT40 e in coppia con Skip Scott vinse a Sebring, Monza e Spa-Francorchamps. Nei cinque anni successivi, Revson si concentrò sulle corse in America – per guadagnare denaro e reputazione. Inevitabilmente, si avvicinò al Team McLaren, perché conosceva i fratelli Mayer – Timmy e Teddy – dai tempi della scuola. Timmy, un pilota straordinariamente dotato, ma restò ucciso al volante della McLaren-Cooper nel 1964. Poiché anche Peter aveva perso il fratello, si instaurò un legame tra Teddy, il futuro boss della McLaren, e Peter, il freddo e promettente americano. Nel 1969 Revson si classificò al quinto posto finale nella 500 Miglia di Indianapolis su Brabham-Repco BT25. L’anno seguente si aggiudicò al secondo posto nella 12 Ore di Sebring alla guida di una Porsche 908 privata in coppia nientemeno che con il famoso attore Steve McQueen.

Nel 1971, a Watkins Glen, Revson guidò una terza Tyrrell-Ford 001 ufficiale ma non riuscì a qualificarsi per la gara. Nello stesso anno, la Squadra McLaren ingaggiò Revson in qualità di pilota ufficiale per la Serie CanAm. Con cinque successi, fece suo il challenge nordamericano-canadese; inoltre partecipò alla 500 Miglia di Indianapolis. L’anno precedente, a Indianapolis, il pilota neozelandese Chris Amon non riuscì a spingere la sua McLaren alla massima velocità. Arrivò Rewie (così era chiamato Revson) e lo fece al posto suo, classificandosi al secondo posto finale. Con queste formidabili prestazioni Revson sorprese molti dei suoi critici.

Nel 1972 si unì al Team McLaren a tempo pieno nel Campionato del Mondo di Formula 1, conquistando la Pole Position e arrivando secondo dietro a Jackie Stewart (Tyrrell-Ford) a Mosport Park, in Canada. Nella Classifica Mondiale piloti, Revson si piazzò al quinto posto finale con 23 punti totali.

L’anno successivo Revson proseguì la sua partnership con il Team McLaren, vinse i Gran Premi di Gran Bretagna e del Canada e fu un pilota regolare costantemente in zona punti. Viveva a Redondo Beach, in California. Iniziò a frequentare – e a pensare di sposare – una ragazza che aveva conosciuto a Indianapolis, Marjorie Wallace, che in seguito sarebbe stata eletta Miss Mondo. Trascorreva le vacanze in Sardegna. Tra un Gran Premio e l'altro guidava costosissime macchine sportive. Scrisse anche – con l’aiuto di un registratore, soprattutto durante i lunghi voli in aereo – uno dei migliori libri sulle corse, Speed with Style, ovvero “Velocità con Stile”, titolo molto appropriato. Ecco qualche estratto:

“Per me, il successo non si misura dalle cose materiali che hai ma, piuttosto, da quello che realizzi. Secondo alcuni è il risultato che conta, lo stile non significa nulla. Uno scrittore francese disse che un gentleman è una persona che non mina mai l'autostima altrui. Penso che sia la definizione migliore che abbia mai sentito... “. “Quando salgo su una macchina da corsa do il 100%... ma suppongo di non essere mai stato coinvolto quanto Mark Donohue, perché ci sono a tre cose che mi interessano, che ho voluto provare...”. “A questo punto della mia vita, la ragione per cui corro è vincere. E, se non sarò in grado di farlo quest'anno o il prossimo, mi ritirerò. Qualunque cosa faccia, voglio avere successo... “. “La Stagione 1973 è stato molto difficile. Certo, ho vinto due Gran Premi - e per un americano non è male vincere due gare in un anno; ma non basta. Nel 1972 non ne ho vinta neppure una, ma tutte avevano una certa qualità... “. “Jackie Stewart era loquace come sempre e si sa che, più gli si dà ragione, più lui va avanti. Mentre era lanciato in una delle sue disquisizioni, ero un po' annoiato e ho fatto scivolare uno di quei bei fiammiferi di legno della Texaco nella sua scarpa e l'ho acceso. Lui era talmente concentrato che non si è neppure accorto della fiamma sotto il suo piede... “.

Nonostante il successo del 1973, Rewie dovette lavorare sodo per guadagnarsi un sedile decente per l’anno successivo. La Scuderia Ferrari lo voleva, ma l’offerta (100.000 dollari) era inferiore a quella della McLaren del 1973 che, da parte sua, gli propose di guidare una terza monoposto semiufficiale. Ma Peter firmò per correre in Formula 1 con il nuovo team americano UOP Shadow e a Indy per la Squadra di Roger Penske.

A Kyalami, durante una Sessione di Test privati, dopo tre promettenti gare di inizio Stagione, un dado della sospensione anteriore in titanio si spezzò e la macchina finì contro il guard-rail prendendo fuoco. Nonostante i soccorsi prestati tempestivamente dall’amico Denis Hulme, Peter Revson morì sul colpo. Peter e Douglas Revson sono sepolti al Ferncliff Cemetery ad Hartsdale, nello Stato di New York. La Scuderia Ferrari, ovviamente, conquistò una manciata di corse nel 1974 – e non c’è dubbio che Rewie avrebbe vinto delle gare sulla McLaren-Yardley il cui sedile fu occupato dal pilota inglese Mike Hailwood. Se avesse optato per una di queste due possibilità, Peter Revson avrebbe potuto diventare una vera star americana della Formula 1. Invece, morì da autentico eroe americano – come è tuttora considerato.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio del Belgio 1964 (Spa-Francorchamps) su Lotus-BRM 24

Ultima gara: Gran Premio del Brasile 1974 (Interlagos) su Shadow-Ford DN3A

 
GP disputati  30 Stagioni  5
Pole Position  1 Giri Più Veloci  
Punti  61    

Piazzamenti a punti

 2   2   4   3   3          

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1964 

 Lotus-BRM 24  4      

  

  

 1971 

 Tyrrell-Ford 001  1      

  

  

 1972 

 McLaren-Ford M19A/M19C  9  1    

 5° 

 23 

 1973 

 McLaren-Ford M19C/M23  14      2

 5° 

 38 

 1974 

 Shadow-Ford DN3A  2      

  

  

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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