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Biografie

di Mattia Albera

Jochen Mass

Pilota Ufficiale

Nato a Cologne (Germania) il 30 settembre 1946

Jochen Mass (generalmente soprannominato “Hermann il Germanico” o “Hermann il Tedesco”) è stato uno dei grandi piloti di Formula 1 negli anni Settanta. Nato a Cologne, in Germania, il 30 settembre 1946, ha conosciuto l’amore per il mare da giovane: suo nonno, primo ufficiale di marina, lo convinse a mettersi sopra il ponte di una nave quando aveva appena compiuto i diciassette anni. Jochen rimase nelle acque dell’oceano per tre anni, ma ben presto si rese conto che quella non era la sua vera passione: «Mi divertivo e mi eccitavo molto di più, quando scendevo a terra per una licenza, a prendere parte a qualche rally senza troppe pretese che organizzavano dalle mie parti». Con buona pace del nonno, si decise al gran passo: scese definitivamente dalla tolda di una nave e si impiegò come meccanico per auto da corsa in un’officina della sua città. Quei giocattoli meravigliosi, almeno per il momento, preferiva vederseli all’interno, senza andare a cercare gloria sulle piste. Oltretutto era anche una questione di soldi.

Finalmente, nel 1968, dopo tante sedute di allenamento, Jochen ebbe a disposizione un’Alfa Romeo Giulia Sprint. Le prime gare a cui partecipa sono corse in salita e non manca qualche risultato. Proprio per questo, la Stagione successiva, si vede mettere a disposizione una Ford Capri RS2600 e una BMW 2002. Partecipa alla 24 Ore di Spa-Francorchamps accanto ad Hans-Joachim Stuck. Termina secondo alla 9 Ore di Kyalami con l’equipaggio composto da Arturo Merzario e Clay Regazzoni. Continua a farsi una discreta fama, ma quel che più conta per lui, è il fatto che si diverte, come ammette lui stesso. «Già, se penso a quei tempi mi viene da sorridere. Non era facile vincere: c’era un sacco di gente che ci dava dentro anche l’anima e si lottava allo spasimo, senza alcun risparmio. Anni un po’ folli, non c’è dubbio, ma anche dannatamente divertenti. Di quattrini non è che ne girassero molti, ma c’era una gran voglia di andare, di spingere a fondo l’acceleratore. Sicuramente devo molto a quel periodo e lo ricordo ancora oggi con piacere».

Nel 1970 diventa Vicecampione della montagna e la Stagione successiva, sempre con la Ford, conquista il primo posto nel Campionato tedesco per vetture Gran Turismo. Proprio nel 1971, Mass prova l’ebrezza della monoposto, guidando una Formula Super V ed una Formula 3. Lo stesso J chen commenta così: «Quel passaggio era logico. O decidevo di smettere, oppure dovevo passare a qualcosa di diverso. Quando iniziai le prime gare, la mia aspirazione era quella di arrivare a sedermi dietro il volante di una Formula 1 e quello era il primo, logico passo per arrivare alle monoposto della formula maggiore. La voglia c’era,. mancavano ancora i risultati, ma quelli dovevo andarmeli a cercare un po’ su tutte le piste, tentando di emergere dal folto della concorrenza. Mica facile...»

Nel 1972 continua con la Formula 3, prima con una Brabham e poi con una March. Arriva qualche risultato, ma la soddisfazione migliore se la toglie ancora con la Ford, con cui si aggiudica il Titolo europeo della Categoria Turismo. È l’anno in cui il brasiliano Emerson Fittipaldi, suscitando ovunque ampi attestati di stima e di amicizia, si aggiudica il Titolo di Campione del Mondo al volante della sua nera e oro Lotus-Ford 72 sponsorizzata dalla John Player Special. «Certo, ho provato un po’ di invidia per il brasiliano, ma tutto sommato ero anche contento», commenta ancora oggi Jochen. «La sua vittoria nel Campionato Mondiale era per tutti noi che aspiravamo a diventare piloti di Formula 1 di buon auspicio: si facevano avanti nomi nuovi e la fantasia, a briglia sciolta, procedeva sempre più». Pure nel 1972, Jochen aveva vinto con una vettura March Formula 2 all’Eifel: la sua prima grossa soddisfazione con una monoposto.

Nel 1973, con la stessa vettura, si presenta a numerose gare del campionato europeo, tanto che alla fine sarà secondo. Ma in questa Stagione avviene un fatto ben più importante nella Carriera di Mass grazie alle «spinte» dell’ex Campione motociclista Mike Hailwood, suo grandissimo amico, Jochen arriva alla Formula 1. È il 14 luglio 1973, un sabato, come si usa in Inghilterra: sulla pista di Silverstone, alla partenza del Gran Premio d’Inghilterra, c’è anche Mass, al volante di una Surtees. Durante le prove di Qualificazione ha ottenuto il tempo di 1’18”3, lo stesso di Pace, che guida una vettura simile alla sua. Sono entrambi in sesta fila: Jochen a due secondi esatti dallo svedese Ronnie Peterson che con l’16”3 ha conquistato la Pole Position. «Inutile nasconderlo: ero un po’ teso ed emozionato mentre aspettavo che il semaforo verde desse il via alla corsa. lo stesso mi rendevo conto che dalla condotta di gara che avrei saputo mettere in luce sarebbe dipeso molto del mio futuro. Quel Gran Premio era già una specie di vittoria per me e volevo dimostrare a tutti quelli che mi avevano dato fiducia che me la meritavo. Invece…» Invece, durante il secondo giro, avvenne un pauroso «patatrac», in cui si trovarono coinvolte, in una gigantesca e spettacolare carambola, per fortuna risoltasi senza gravi conseguenze per i conduttori, numerose vetture. Colpa della pioggia, colpa di qualche pilota autore di una manovra azzardata (ma trovare il colpevole in simili circostanze non è facile), le monoposto di De Adamich, Williamson, Follmer, Oliver, Beltoise, Hailwood, Pace, Scheckter, Purley e Mass si trovarono ammucchiate una accanto all’altra. Ad averne la peggio fu il pilota italiano che sotto l’occhio impietoso delle telecamere, restò per più di mezz’ora con il piede incastrato sotto i pedali, mentre un nugolo di commissari si affannavano intorno a lui per toglierlo dalla scomoda posizione. La gara, sospesa al momento dell’incidente, veniva ripresa un’ora e mezza dopo, ma Jochen e tutti gli altri non si presentavano al secondo «via». Una gran rabbia: dopo tanto penare in prova, Mass si vedeva costretto ad assistere dai box alla prima gara di Formula l a cui avrebbe dovuto partecipare. «Logico che avessi un po’ di veleno in corpo, ma non potevo farci niente. Purtroppo era successo. L’unica cosa che serviva a tirarmi su il morale erano le battute di spirito di Hailwood e il fatto che mi fossi trovato coinvolto in così gran compagnia in quel malaugurato incidente. Segno che era stato un evento eccezionale e che io quindi non potevo imputarmi niente».

Sempre in quella Stagione, Mass si presenta al via in due altri Gran Premi: quello di Germania, sul classico circuito del Nürburgring (sedicesimo tempo in prova con 7’20”4, a oltre dodici secondi da Peterson partito in Pole Position, e settimo posto finale), e quello degli USA, sul circuito di Watkins Glen (sedicesimo tempo e ottava fila nella griglia di partenza, ritiro al 35° giro per una uscita di strada). Proprio durante le prove di questo Gran Premio, François Cevert, al volante della Tyrrell, trova la morte. «Davvero un brutto giorno, quello. Non è che fossi un suo grande amico, ma ammiravo sinceramente il pilota francese, così simpatico e pieno di vita. Forse per la prima volta, in quell’occasione, visto che il tutto si era svolto sotto i miei occhi, capii quanto era difficile e pericolosa la strada che avevo scelto. Sì, forse provai un po’ di paura o sentii un po’ di freddo lungo la spina dorsale, ma poi cancellai tutto. Sapevo già all’inizio della mia Carriera quali erano i rischi a cui mi sottoponevo. La paura sono sempre riuscito a dominarla, o meglio ancora non le ho mai lasciato lo spazio per emergere. Perché, se si comincia ad avere paura, fare questo mestiere diventa difficile, se non addirittura impossibile. Tanto meglio smetterla, allora».

Nel 1974, la carriera di Mass ha ormai preso la strada del professionismo più pieno: in Formula l continua con la Surtees; con la Ford prende parte alle gare Turismo e continua l’attività anche in Formula 2. Ed è proprio qui che ottiene le soddisfazioni maggiori. Nella massima formula, invece, sono più i guai che le gioie: motori che scoppiano, frizioni che vanno fuori uso, qualche uscita di strada. Ma all'undicesima gara della stagione, il Gran Premio di Germania, avviene un fatto nuovo: Mike Hailwood, al dodicesimo giro, ha un terribile incidente. Le conseguenze non sono gravi, per fortuna, ma l’ex campione motociclista decide di lasciare il mondo dei motori. Da vivo. La sua Yardley-McLaren è così «libera», logico che Hailwood voglia favorire ancora una volta il suo grande amico tedesco.

Dal Gran Premio del Canada, infatti, Mass prende il volante di quella vettura e si presenta alle due ultime gare della stagione. Nessun risultato di prestigio, ma Jochen riesce ancora una volta a mettere in luce le proprie buone qualità e così l’anno dopo si trova a far ancora parte del Team McLaren, che ha una sostanziosa sponsorizzazione da parte della Texaco e della Marlboro. Mass parte decisamente come seconda guida: il «numero 1» della Scuderia è Emerson Fittipaldi. Una Stagione abbastanza positiva per il tedesco: vince il suo primo Gran Premio in Spagna, sul circuito del Montjiuich. Una gara tragica: Rolf Stommelen perde l’alettone della propria vettura e vola fra il pubblico. La corsa viene sospesa al 29° giro e Mass, che al momento dell’alt si trovava in testa, viene dichiarato vincitore. Il tracciato, situato all’interno di un parco pubblico cittadino, si trovava in pessime condizioni a livello di sicurezza. Fittipaldi protestò efficacemente affinché la gara non fosse disputata, ma in pochi gli diedero ascolto. La gara venne subito interrotta e i punteggi vennero assegnati a metà. Nella sua prima e ultima vittoria in Formula 1, Mass ottenne 4,5 punti anziché 9. La Stagione 1975 prosegue in positivo per Mass. Il pilota tedesco si piazza regolarmente a punti e termina sul terzo gradino del podio in due gare (Francia e Stati Uniti). Torna a correre insieme a Merzario nella Coppa Fiorio a Pergusa.

Nel 1976, partitosene Emerson per la Copersucar «made in Brasil», a fianco di Mass arriva il biondo James Hunt, che si è messo in evidenza la Stagione precedente con la Hesketh. Jochen nutre qualche ambizione: la partenza del pilota brasiliano può dargli la chance di essere la prima guida. Ma poi le cose vanno diversamente. James conquista subito i galloni di capitano e la stima di Teddy Mayer con una sequela iniziale di Pole Position. Ma non solo quelle. In questa Stagione ne succedono proprio di tutte: Gran Premi vinti a tavolino, l’incidente di Lauda al Nürburgring, l’ultima corsa in Giappone sotto la pioggia, con la conquista del Titolo Mondiale da parte di James Hunt sul filo di lana, mentre Lauda decide di ritirarsi. Una serie di avvenimenti troppo grandi che tutto sommato hanno finito per tagliar fuori Jochen, che comunque conclude la classifica finale con un bottino di 19 punti, al nono posto. Per quanto riguarda la gara al Nürburgring bisogna mettere in evidenza una cosa, che la dice lunga sul carattere di Mass. Alla partenza della gara, tutti i concorrenti si presentarono con gomme da pioggia, visto che la pista era bagnata. Tutti, meno lui. Un suo amico meteorologo gli aveva detto che presto avrebbe smesso e lui aveva voluto le «slick» da asciutto. Fece add rittura fatica a partire, ma al secondo giro, sparita l’acqua dalla pista, era già in testa con una quarantina di secondi di vantaggio sugli inseguitori. Poi l’incidente a Lauda e la sospensione alla corsa. Il suo azzardo non aveva dato i frutti sperati. Una Stagione con qualche malumore, non c’è dubbio, visto che le attenzioni maggiori vanno al suo compagno di Squadra, ma Jochen non è certo un tipo che fa polemiche. Oltretutto la voglia di primeggiare se la fa passare con la Porsche con cui vince parecchie gare di durata.

Nella Stagione 1977, Hunt e Mass fanno ancora coppia fissa, ma la McLaren, sempre in bilico tra la M23 e la M26, non riesce a ergersi a protagonista assoluta dell’annata. Mass termina al secondo posto finale il Gran Premio di Svezia ad Anderstop e va regolarmente a punti nella maggior parte delle gare. Ma, messo in ombra da James Hunt, la sua situazione all’interno della Squadra risulta compromessa. Nella classifica finale Hunt è quinto con 40 punti e Mass sesto con 25. Al termine della Stagione decise di lasciare il Team McLaren con il quale Mass ha conquistato i migliori risultati della sua Carriera in Formula 1. Jochen prende anche parte con una March-BMW a due gare di Formula 2 e le vince entrambe, a Hockenheim e al Nürburgring. Corre in coppia con il belga Jacky Ickx nella 24 Ore di Daytona.

Nel 1978 Jochen Mass firma un contratto annuale al Team tedesco ATS. Mass viene rilegato al ruolo di pilota di secondo piano nel Circus della Formula 1 ma non riusce più ad andare a punti durante l’intera Stagione. In alcune gare non riusce addirittura nell’impresa di qualificarsi. Una pesante umiliazione per un pilota dal calibro di Jochen Mass, il quale non riuscì mai ad eguagliare le prestazioni del popolare pilota inglese. Durante le Prove del Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone ebbe un grave incidente e si ruppe una gamba. La Carriera di Mass in Formula 1 aveva imboccato la strada del tramonto.

Fortemente deluso dalla breve avventura ATS, Mass decide di unirsi al nuovo Team Arrows nel biennio 1979/80. La monoposto, decisamente più competitiva della precedente, gli permette di tornare in zona punti a Montecarlo, Hockenheim e Zandvoort. Per Mass si trattano di brevi e sporadici ritorni in zona punti negli anni successivi. Ottiene un grandioso quarto posto nel Gran Premio di Monaco 1980, disputato sul difficile e impegnativo circuito cittadino di Montecarlo. Una gara che esaltò fortemente la classe al volante del pilota tedesco.

Nel 1982, ultimo anno di Jochen Mass in Formula 1, guida la monoposto March-Ford 821. Durante le Prove ufficiali del Gran Premio del Belgio a Zolder, è protagonista di un’incomprensione con il pilota canadese Gilles Villeneuve. Per un errore di valutazione del pilota avversario, la collisione con la vettura Mass fu terrificante. E terrificanti furono le immagini televisive: il corpo del piccolo canadese venne sbalzato fuori dalla “126 C2”. Gilles l’aviatore trovava la morte alla fine dell’ultimo volo. In seguito fu accertato l’errore di Villeneuve e la piena innocenza della manovra di Mass. Al volante della monoposto inglese, il veterano Mass non ottiene grandi prestazioni. Il pilota tedesco interrompe il contratto dopo il Gran Premio di Francia a Digione. A fargli dire basta è l’incidente nel quale rimane coinvolto in fondo al rettilineo del Mistral, alla diabolica curva di Signes, dove vola fori pista piombando tra il pubblico oltre le reti. È la sua ultima gara in Formula 1 e il termine di una lunga Carriera nella Categoria regina dell’Automobilismo Mondiale.

Negli anni successivi, Jochen Mass ha disputato il Campionato Mondiale di vetture Sport con la Posche. Nel 1985 vince la gara sul circuito del Mugello sulla distanza di 1.000 chilometri alla guida di una Porsche 962C. Due anni più tardi lo ritroviamo al via della 24 Ore di Daytona in coppia con Bobby Rahal. Successivamente è passato alla Formula Indy per poi ritornare, nel 1988, al Mondiale Sport con la Squadra Sauber-Mercedes e in coppia con un giovane connazionale tedesco: Michael Schumacher. L’anno seguente, Jochen Mass ha vinto la 24 Ore di Le Mans in coppia con Manuel Reuter e Stanley Dickens. Mass ha insegnato a Schummy la tecnica di gestione delle gomme in gara, un argomento tecnico e delicato che distingue i veri Campioni dagli altri piloti. Nel 2004, il pilota tedesco ha partecipato alla rievocazione storica della Mille Miglia. È facile trovarlo nel porticciolo di Beaulieu, vicino a Cap Ferrat (Costa Azzurra), che segue con interesse i lavori, sempre sul punto di essere ultimati ma che poi hanno una proroga costante, della propria barca. Il mare è la sua passione, il suo vero hobby. Subito dopo i motori, naturalmente.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio di Gran Bretagna 1973 (Silverstone) su Surtees-Ford TS14A

Ultima gara: Gran Premio di Francia 1982 (Le Castellet) su March-Ford 821

 
GP disputati  105 Stagioni  9
Pole Position   Giri Più Veloci  2
Punti  71    

Piazzamenti a punti

 1   1   6   7   4   9       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1973 

 Surtees-Ford TS14A  3      

  

  

 1974 

 McLaren-Ford M23        

  

  

  

 Surtees-Ford TS16  12      

  

  

 1975 

 McLaren-Ford M23  14    1  1

 8° 

 20 

 1976 

 McLaren-Ford M23/M26  16    1  

 9° 

 19 

 1977 

 McLaren-Ford M23/M26  17      

 6° 

 25 

 1978 

 ATS-Ford HS1  10      

  

  

 1979 

 Arrows-Ford A1/A2  13      

 18° 

 3 

 1980 

 Arrows-Ford A3  11      

 17° 

 4 

 1982 

 March-Ford 821  9      

  

  

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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