3.391.055 

dal 19/11/1999

START | Storia | Produzione | Clienti/Serie | Motori | Titolari | Società | Factory | Album | Albo d'Oro | Formula 1 | IndyCar | FE / XE | Altre categorie
Calendario | E-mail | Servizi | FanBox |

  

Biografiee-mailForum

Biografie

di Mattia Albera

Dennis Hulme

Pilota Ufficiale

Campione del Mondo 1967

Nato a Nelson (Nuova Zelanda) il 16 giugno 1936

Morto a Barthust (Australia) il 4 ottobre 1992

Dennis Clive “Denny” Hulme appartiene alla ristretta cerchia di piloti arrivati in Europa da molto lontano per coronare il sogno della Formula 1. Combattente duro, tenace, difficilissimo da superare, veloce e grintoso, si potrebbe paragonarlo direttamente al pilota australiano Alan Jones (Campione del Mondo di Formula 1 1980 su Williams-Ford). Hulme è stato un pilota anti-divo in un periodo in cui in Formula 1 iniziava ad affermarsi la figura del corridore-personaggio.

Hulme nasce nella fattoria di tabacco di proprietà dei genitori a Motueka, nel sud della Nuova Zelanda, il 16 giugno 1936. È figlio di Alfred Hulme (24 gennaio 1911 – 2 settembre 1982), un personaggio molto noto in Nuova Zelanda, non per la piccola impresa di trasporti che dirige ma per essere stato insignito della più alta onorificenza militare inglese, la Victoria Cross, durante la battaglia per l’isola di Creta nella Seconda Guerra Mondiale. In adolescenza Danny, terminati gli studi, si specializzò come meccanico in un’autorimessa di Te Puke, dove acquisì la prima esperienza che poi gli sarà così utile nella sua futura carriera.

La prima corsa avvenne nel 1959, a 23 anni, con una MG TF che lui stesso preparò. Poi il padre, che non era contrario alla carriera sportiva del figlio, acquistò per la Stagione 1959/60 una Cooper-Climax 2 litri con la quale ottenne risultati molto positivi. Come i due compatrioti Chris Amon e Bruce McLaren, anche Hulme sbarcò nel vecchio continente dalla Nuova Zelanda dopo aver vinto nel 1960 il profetico Premio “Driver to Europe” (“Un pilota per l’Europa”), una sorta di borsa di studio messa a disposizione dall’autorità sportiva locale New Zealand International Grand Prix Association.

Sbarcato in Inghilterra, nel 1960 Hulme esordì vincendo il Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone in Formula 2: poi però la mancanza di fondi e di conoscenze lo obbligano a ripiegare sulla Formula Junior. Poco dopo, l’amico inglese Ken Tyrrell lo portò in giro per l’Europa. Al volante di una vettura della Categoria, Hulme partecipò anche a quattro gare in Italia, vincendo una gara a Pescara, piazzandosi due volte secondo e una volta terzo. Sul finire della Stagione 1960, Hulme ebbe la prima occasione per correre nel Campionato del Mondo di Formula 1. Il Yeoman Credit Team gli offrì una Cooper 2500 cc per correre il Trofeo Lombard Bank sul circuito di Snetterton e Hulme – nonostante il trauma per la morte, avvenuta la settimana prima, del suo connazionale e compagno di viaggio in Europa George Lawton – conquistò un buon quinto posto che fece parlare di lui la stampa specializzata come autore di «una buona prova ». Tornato in patria per la Stagione sportiva locale, durante l’inverno europeo, per la serie di gare chiamate della Down Under Season «la stagione delle corse di qui sotto», Hulme – con una macchina messagli a disposizione dall’inglese Reg Parnell – si piazzò spesso ai primi posti vincendo anche una gara. Sempre nel 1960 si stabilì in Europa, prendendo residenza a Londra.

La Stagione 1961 – considerata anche la carenza di motori inglesi validi per la nuova Formula 1 – fu avara di risultati per il pilota neozelandese: il suo miglior piazzamento fu un secondo posto, in Formula Junior, nella gara di Messina. Partecipò alla celebre “24 Ore di Le Mans” presso il Team Abarth. Le poche soddisfazioni agonistiche spinsero Hulme a cercare con maggior impegno un posto di lavoro valido, nel mondo che più gli sta a cuore: riuscì ad entrare nel Team di Jack Brabham, da poco messosi in proprio come pilota-costruttore.

Nella prima parte della Stagione 1962, Hulme corse varie gare di Formula Junior con la Cooper e, nonostante la superiorità evidente delle Lotus, riuscì a ottenere un terzo posto ad Albi. Poi nel giugno 1962 Brabham lo inserì nella sua Squadra ufficiale di Formula 3. Nella prima gara Hulme, dopo aver ottenuto la Pole Position, si classificò al quarto posto per noie al motore: il successo pieno venne solo rimandato. L’occasione si ripresentò il 26 dicembre, nel Boxing Day di Brands Hatch, dove Hulme ottenne il giro più veloce in prova e vinse la corsa delle vetture Junior.

Nel 1963 – pilota di Formula Junior ormai affermato – Hulme disputò un Campionato a pieno ritmo facendo tutto da solo; l’autista del camion, il meccanico e il pilota. Partecipò a 14 gare vincendone 6 e piazzandosi 4 volte al secondo posto. Questi risultati, uniti ad un primo posto assoluto con la Jaguar 3.8, assieme a Roy Salvadori, nella “Sei Ore Turismo di Brands Hatch”, lo hanno definitivamente lanciato ai veri vertici della schiera dei giovani piloti di scuola britannica. Nell’inverno 1963, Dennis Hulme si unì in matrimonio con la moglie Greta a Te Puke. La coppia ebbe due figli: Martin e Adele.

Passato l’inverno 1963/64 come di consuetudine dalle parti di casa, per disputare alcune corse in Nuova Zelanda e Australia (primo a Levin davanti a McLaren, secondo a Pukekohe nel Trofeo Lady Wigram, terzo a Christchurch), Hulme tornò in Inghilterra, e venne promosso da Brabham seconda guida della Squadra Formula 2, categoria nella quale conclude il Campionato al secondo posto, dietro al suo caposquadra Jack Brabham. Nonostante le buone prove del 1964, l’anno successivo Hulme non riuscì ancora a sfondare in Formula 1 perché Brabham ebbe come compagno il pilota statunitense Dan Gurney. Nel 1965 il pilota neozelandese conseguì la sua prima vittoria nelle Tasman-Series.

Quando il californiano decise, per il 1966, di mettersi in proprio, fondando il Team Eagle, Brabham offrì il suo posto in Formula 1 a Hulme. Questi, pur rispettando il contratto di seconda guida alle spalle di Brabham – che in quella Stagione vincerà il suo terzo Campionato del Mondo – riescì a mettersi in luce al volante della Brabham-Repco tre litri di nuova costruzione per la formula entrata in vigore quell’anno. Terzo a Reims dietro a Brabham e Parkes (su Ferrari), Hulme fu addirittura secondo dietro al suo patron nel successivo Gran Premio d’Inghilterra a Brands Hatch, il circuito che lo aveva visto tante volte vincitore nelle Categorie Junior e Turismo. Dietro a lui si piazzarono grossi nomi come Graham Hill, Jim Clark e Jochen Rindt, gli stessi con i quali si trova tra i primi (al quarto posto) nella Classifica Finale del Campionato del Mondo 1966. Il pilota neozelandese realizzò una buona Stagione in Formula 2 e partecipò a varie gare sportive come la 24 Ore di Le Mans, in cui si piazzò al secondo posto. Vinse inoltre il Tourist Trophy e il Martini International.

Questa serie di risultati positivi venne confermata dal massimo successo l’anno successivo, quando Dennis Hulme vinse il Campionato del Mondo di Formula 1 1967, con 51 punti contro 46 di Jack Brabham. Tra le sue vittorie quella del Gran Premio di Monaco a Montecarlo nellìedizione che vide la tragica agonia di Lorenzo Bandini, perito nel rogo della sua Ferrari. Un altro importante successo della Stagione per Hulme avvenne nel Gran Premio di Germania sul terribile circuito del Nürburgring. Durante la Stagione, tranne in tre occasioni, conquistò sempre il podio. Nonostante Brabham fosse il pilota-proprietario della Squadra non impose ordini ufficiali, e si giocò fino all’ultimo il Titolo Mondiale con il suo pilota in un’emozionante sfida. All’epoca, la Formula 1 era ancora uno Sport di gentlemen. Ma l’atmosfera in casa Brabham era diventata difficile per Hulme, che lamentava di essere costantemente tenuto all’oscuro di quanto decidevano i boss del Team, il pilota-costruttore Jack Brabham e il progettista Ron Tauranac.

Alla fine del 1967, “l’orso” (come veniva chiamato affettuosamente in Nuova Zelanda, per la scarca comunicativa e la mancanza di tatto) fece suo il Titolo Mondiale a dispetto di Brabham. Proprio il successo di Hulme inclinò i rapporti con il proprio collega. Dopo tante soddisfazioni in pista, Hulme decise di lasciare la Squadra a fine Stagione. Al termine dell’anno, il pilota neozelandese ricevette il prestigioso premio “New Zealand Sportsman of the Year” conferitogli dalle autorità sportive del suo paese natale.

Prima della conclusione dell’anno, Hulme venne ingaggiato dalla Squadra fondata dal compatriota Bruce McLaren. Dal 1968 al 1974, Dennis Hulme è stato un fedele alfiere del Team McLaren con la quale, alla sua prima Stagione, vinse in Italia (Monza) e in Canada (Mont Trembland) piazzandosi terzo nella Classifica finale del Campionato del Mondo 1968 dietro al pilota inglese Graham Hill e all’asso scozzese Jackie Stewart. Nello stesso anno, Hulme ottiene tre vittorie nella Serie CanAm, aggiudicandosi gli eventi di Elkhardt Lake, Edmonton e Las Vegas.

Nel 1969 Hulme non ebbe la possibilità di candidarsi al Titolo Mondiale, in quanto la McLaren era impegnata su due fronti, nei due Campionati di più alto livello mondiale: la Formula 1 e le CanAm Sports. In quello stesso anno, con le imbattibili McLaren M8A arancio azionate dal motore Chevrolet V8, il Team di Bruce McLaren fece piazza pulita dominando la Stagione CanAm: Hulme vinse il Titolo iridato e McLaren arrivò secondo. In Formula 1 Hulme trionfò solamente nel Gran Premio del Messico, disputato sul nuovo circuito di Mexico City.

La Stagione 1970 si presentò molto promettente per la Squadra McLaren, ma la tragica morte di Bruce McLaren durante un Test sul circuito Goodwood e il grave incidente di Dennis Hulme a Indianapolis misero in crisi la formazione neozelandese. Hulme superò le difficoltà con il secondo Titolo CanAm al volante della monoposto McLaren M8D “batmobile” e proseguì il suo impegno in Formula 1, un settore trascurato per mancanza di sponsor.

Nel 1971 Hulme contribuì alla conquista del Titolo iridato CanAm del compagno di Squadra Peter Revson, collega e amico stimato. Hulme e Revson, alfieri ufficiali del Team McLaren, si batterono in Formula 1 nei primi anni di transizione della Squadra, orfana del proprio fondatore.

Dopo l’incidente mortale dell’amico Peter Revson, avvenuto durante le Prove Gran Premio del Sudafrica 1974, Hulme prese un’importante decisione del ritiro ufficiale dal mondo delle corse a fine Campionato, stanco e ormai demotivato. L’arrivo del giovane e grintoso pilota Emerson Fittipaldi mise in ombra il vecchio Dennis Hulme, che nello stesso anno conquistò il secondo Titolo Mondiale Piloti in Carriera.

Dennis Hulme si è sempre distinto come pilota più tecnico e ragioniere anziché di istinto velocistico. Non fu mai un pilota velocissimo in Prova, come testimonia la sua unica Pole Position conquistata al Gran Premio del Sudafrica 1973 a Kyalami, ma fu molto duro e tenace in gara. Il suo punto di forza fu lo saper sfruttare delle debolezze dei propri avversari e la gestione della meccanica della propria vettura. Il pilota neozelandese ha condotto per un breve periodo la direzione dell’organo dei piloti GPDA. Il suo grande rapporto di amicizia e professionalità con i propri meccanici è testimoniato da un curioso trofeo composto da numerosi elementi delle monoposto che i meccanici McLaren gli donarono al termine della Stagione 1974 come ricordo simbolico dei tanti anni trascorsi insieme.

Il pilota neozelandese ha partecipato a quattro Edizioni (1967/69 e 1971) della 500 Miglia di Indianapolis, la corsa più celebre d’America, ottenendo come migliori risultati due quarti posti nelle annate 1967/68. La sua presenza alla corsa del 1970 venne impedita dopo un brutto incidente in prova dove Hulme riporto alcune ustioni alle mani nell’incendio della sua monoposto.

Ritiratosi in Nuova Zelanda, Hulme si dedicò ad attività commerciali placando la sete di corse al volante di vetture Turismo e gare nazionali a partire dal 1978, stabilendo un rapporto di collaborazione con il Team del pilota scozzese Tom Walkinshaw. Trovò il tempo per dedicarsi ai suoi passatempi preferiti: sci d’acqua e golf, più il nuoto che praticava però solo quando l’acqua era almeno a una temperatura di 22 gradi. Hulme aveva continuato la sua attività nel campo delle corse automobilistiche, in particolare nelle categorie “down under” touring car e truck. Ma la vita di Dennis Hulme, oltre che grandi successi riservo purtroppo grandi amarezze e dolori. Nel giorno di Natale 1988, suo figlio Martin cadde nel profondo lago dove trovò la morte annegato, vicino alla villa di Hulme in Nuova Zelanda.

Nell’ottobre del 1992, la sua Carriera Sportiva e la sua vita arrivarono al capolinea nella 1000 Km di Barthust, in Australia. Mentre guidava una BMW M3 a bassa velocità, Hulme ebbe un infarto e uscì di pista, trovando la morte. Venne sepolto al cimitero di Dudley a Te Puke, accanto all’adorato figlio Martin.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio di Monaco 1965 (Montecarlo) su Brabham-Climax BT7

Ultima gara: Gran Premio degli Stati Uniti 1974 (Watkins Glen) su McLaren-Ford M23

Titoli iridati: 1 (1967)

 
GP disputati  112 Stagioni  10
Pole Position  1 Giri Più Veloci  9
Punti  248    

Piazzamenti a punti

 8   9   16   11   8   9       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1965 

 Brabham-Climax BT7/BT11  6      

 11° 

 5 

 1966 

 Brabham-Climax BT11/BT20  9    1  

 4° 

 18 

 1967 

 Brabham-Repco BT20/BT19/BT24  11    2  2

 1° 

 51 

 1968 

 McLaren-BRM M5A        

  

  

  

 McLaren-Ford M7A  12      2

 3° 

 33 

 1969 

 McLaren-Ford M7A  11      1

 6° 

 20 

 1970 

 McLaren-Ford M14A/M14D  11      

 4° 

 27 

 1971 

 McLaren-Ford M19A  10    1  

 9° 

 9 

 1972 

 McLaren-Ford M19A/M19C  12    1  1

 3° 

 39 

 1973 

 McLaren-Ford M19C/M23  15  1  2  1

 6° 

 26 

 1974 

 McLaren-Ford M23  15    2  1

 7° 

 20 

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

GALLERIA IMMAGINI