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Biografie

di Mattia Albera

Roberto Guerrero

Tester occasionale

Nato a Medellin (Colombia) il 16 novembre 1958

Roberto José Guerrero Isaza (questo è il suo nome completo) nasce a Medellin, una delle maggiori città in Colombia, il 16 novembre 1958. Il padre, famoso ciclista professionista che partecipò alle Olimpiadi, spinge il piccolo Roberto verso il Mondo del Karting, una categoria dove Guerrero Senior si era cimentato in giovane età.

Roberto segue le orme di suo padre e prende parte ad alcune competizioni all’età di 12 anni. Il successo non tarda ad arrivare: nel periodo che va dal 1972 al 1976, Guerrero vince due Campionati Nazionali di Kart guadagnandosi una notevole fama nel suo paese. Il giovane pilota colombiano si classifica terzo nel Campionato Karting Pan American nel 1975. Ma i veri Campioni, si sa, nascono in Europa. Dopo un corso di Maneggio in Argentina, nel 1977 Roberto chiede il permesso di partire al padre alla volta dell’Inghilterra dove, oltre ad affinare l’arte di pilotaggio, proseguirà gli studi. Il pilota colombiano si iscrive all’Università di Worcester dove consegue il diploma, e in contemporanea frequenta la Scuola di pilotaggio creata da Jim Russell dove consegue importanti successi.

Nel 1978 Guerrero disputa e vince il Campionato britannico di Formula Ford 1600, dove si aggiudica otto vittorie. Il passo successivo, la Formula 3, vede Roberto impegnato nel Campionato Britannico ed Europeo. In Inghilterra il pilota colombiano corre al volante della Anglia Cars Argo JM3 Toyota, con la quale conquista 15 punti e si classifica in nona posizione (davanti al giobane pilota irlandese Eddie Jordan) al termine della Stagione. Il Campionato Europeo, invece, riserva grandi amarezze: il pilota colombiano artiglia solamente due punti nell’arco di un’annata poco proficua.

Molto saggiamente, Guerrero preferisce concentrarsi solo ed esclusivamente sulla Formula 3 Britannica nella Stagione 1980. Al volante di una Argo JM6 Toyota, si aggiudica cinque splendidi successi: il pilota colombiano vince a Thruxton (due vittorie), Cadwell Park, Brands Hatch, Oulton Park e guadagna complessivamente 95 punti. In Classifica Generale, Roberto Guerrero eguaglia il rivale Kenny Acheson in seconda posizione ma è costretto a cedere il Titolo al pilota svedese Stefan Johansson, vincitore del Campionato inglese di Formula 3.

Successivamente, dopo aver accumulato una grande quanto preziosa esperienza in Formula 3, nel 1981 Guerrero passa al Campionato Europeo di Formula 2 con la Squadra Mampe-Maurer a fianco del pilota Eje Elgh, al volante della Maurer MM81-BMW (una monoposto di fabbricazione Toyota progettata da Gustav Brunner). A Thruxton, terzo appuntamento della Stagione, Roberto impressiona fortemente la concorrenza aggiudicandosi una schiacciante vittoria davanti al pilota italiano Riccardo Paletti e al pilota venezuelano Johnny Cecotto. Durante la Stagione, il pilota colombiano non riesce mai a conquistare buoni risultati, tuttavia un sesto posto al Mugello, due quarti posti a Enna e Misano gli fruttano 16 punti, 13 in meno del compagno di Squadra e 35 dietro al vincitore Geoff Lees (Ralt RH6-Honda). Sembrava che Roberto fosse ormai prossimo al suo ingresso in Formula 1. Entro il 1982, quel giorno sarebbe venuto…

Il suo primo contatto con la Formula 1 avviene nel 1980 in una sessione di Test organizzata dalla Multinazionale del Tabacco Marlboro a cui partecipano, oltre a Guerrero, il pilota svedese Stefan Johansson e il pilota cileno Eliseo Salazar. Al volante di una McLaren-Ford M29F, il pilota colombiano gira a oltre un secondo di distacco dal pilota Titolare McLaren, l’irlandese John Watson. Le sue performance al volante vengono presto notate dal Team Manager asiatico Mo Nunn, che gli offre un posto all’interno della Squadra Ensign. Contrasti contrattuali tra Nunn e Maurer finirono presto in Tribunale, ritardando l’ingresso di Guerrero nella massima categoria dell’Automobilismo Sportivo.

A Kyalami, in Sudafrica, si svolge il primo Gran Premio della Stagione di Formula 1 1982, dove partecipa anche Roberto Guerrero anche grazie all’appoggio finanziario fornito dalla Multinazionale del caffè colombiana Caribù, ma uno sciopero (il primo della Storia della Formula 1) indetto dai piloti rischia di far saltare l’evento sportivo. I piloti, in riunione su un pullman e, successivamente, in un piccolo Hotel sudafricano, rinunciano a scendere in pista fino a quando non sarà chiarita la questione in merito alla loro superlicenza in Formula 1 in guerra contro il Presidente della FIA Jean-Marie Balestre e contro il Presidente della FOCA Bernie Ecclestone. Riuniti in un grande salone messo a disposizione dall’albergatore, i piloti decidono di trascorrere insieme la notte. Sembra un gioco eppure tutti sono d’accordo. La sala, chiusa dall’interno, raccoglie tutti i drivers, dove Elio De Angelis e Gilles Villeneuve allietano la giornata suonando il pianoforte. Di notte succede il finimondo: arrivano le fidanzate dei piloti e pretendono di entrare. La ragazza di Guerrero piange pretendendo di entrare e il pilota colombiano riesce in qualche modo a fuggire. La porta della sala viene bloccata dal pianoforte in una scena tragicomica quanto irreale. Lo sciopero di risolve in una bolla di sapone e tutti alla fine scendono in pista regolarmente. Bloccato ai box per questioni contrattuali ancora irrisolte, Guerrero deve rinunciare a scendere in pista nel primo appuntamento della Stagione. Il pilota colombiano si ripresenta due settimane dopo ai nastri di partenza del Gran Premio del Brasile ma manca la Qualificazione, al volante di una monoposto poco competitiva.

Roberto Guerrero debutta in Formula 1 al Gran Premio degli USA West, disputato sul circuito cittadino di Long Beach, al volante della Ensign-Ford N181 disegnata da Nigel Bennett. Dopo una discreta Qualifica (19° posizione in Griglia di Partenza), in gara il pilota colombiano è costretto al ritiro al 27° giro a causa di un incidente alla sua prima corsa ufficiale in Formula 1. Durante la Stagione 1982 Guerrero manca quattro volte la Qualificazione ma non sfigura nel confronto con gli altri piloti avversari. A Detroit, nel Gran Premio degli USA East, Guerrero compie un’ottima Qualifica classificandosi in 11° posizione in Griglia di Partenza, mentre il suo miglior risultato in gara dell’annata è l’ottavo posto conquistato nel Gran Premio di Germania a Hockenheim nonostante alcuni problemi di cambio sulla sua vettura. Al termine della Stagione, Guerrero decide di lasciare la Squadra Ensign, afflitta da gravi problemi di natura finanziaria, per firmare con il Team Theodore. Roberto partecipa inoltre alla 3 Ore di Daytona in coppia con il pilota connazionale Diego Montoya (zio del futuro astro nascente dell’Automobilismo Sportivo Juan-Pablo Montoya). Al termine della corsa i due piloti colombiani ottengono un decimo posto al volante di una BMW M1, dimostrando una buona dose di competitività in pista.

Nel 1983 avviene la fusione tra le Scuderie Ensign e Theodore. Roberto Guerrero passa sotto le insegne del Team di Hong Kong in coppia con il pilota venezuelano Johnny Cecotto. Frenati dalla grande fragilità della loro monoposto, la Theodore-Ford N183, i due piloti devono accontentarsi delle posizioni di rincalzo a centro classifica. Guerrero si batte come un leone per tutta la Stagione e riesce a portare al traguardo la monoposto solamente in quattro occasioni su tredici corse disputate. A Montecarlo Guerrero manca la Qualificazione, ma durante il week-end di gara incontra per la prima volta la sua futura moglie Katie. Nel confronto diretto, i due piloti compagni di Squadra sembrano equivalersi. Al termine della Stagione la Theodore accusa anch’essa una grave crisi finanziaria che non gli permette di terminare la sua ultima annata in Formula 1. L’ultima corsa di Guerrero in Formula 1 è il Gran Premio di Gran Bretagna a Brands Hatch, dove il pilota colombiano termina la gara in 12° posizione.

I due piloti sudamericani prendono due strade diverse: Cecotto riesce a restare in Formula 1 con il Team Toleman (dove sarà compagno di Squadra con un certo Ayrton Senna), mentre Guerrero, molto saggiamente, decide di lasciare definitivamente la Formula 1 in mancanza di Scuderie competitive. Nell’inverno 1983, dopo aver svolto una breve sessione di Test al Paul Ricard al volante della Brabham-BMW Campionessa del Mondo con il pilota brasiliano Nelson Piquet, alcune voci false di corridoio davano Roberto Guerrero al Team Lotus al posto del pilota inglese Nigel Mansell.

Roberto prende una decisione molto importante che modifica il corso della sua Carriera nel Mondo dell’Automobilismo Sportivo e decide di partecipare al Campionato CART negli Stati Uniti. Il pilota colombiano firma nel marzo 1984 con la Squadra Bignotti di Dan Cotter. La monoposto che gli viene assegnata è la nuova March-Ford Cosworth 84C. I risultati in questa prima Stagione in America sono incoraggianti: Roberto partecipa a 16 gare, accumula 52 punti e termina 11° in Classifica Generale. La sua velocità è impressionante: in cinque occasioni Guerrero si qualifica nelle prime cinque posizioni, mentre in gara conquista un quinto posto a Michingan, un sesto posto a Las Vegas e un settimo posto a Laguna Seca. La soddisfazione maggiore della Stagione arriva nelle leggendaria 500 Miglia di Indianapolis, dove Roberto conquista la settima posizione in Griglia di Partenza al termine delle Prove Ufficiali e termina la corsa al secondo posto dietro al vincitore Rick Mears (March-Ford Cosworth 84C) il “Re degli Ovali”, al suo secondo successo a Indianapolis. A Guerrero spetta infine il Titolo di “Rookie of the Year”, un riconoscimento assegnato al giovane pilota che meglio si è distinto durante l’intera Stagione.

Il Team Manager Dan Cotter conferma Roberto Guerrero nella sua formazione piloti nella Stagione successiva. Il pilota colombiano partecipa alle 3 Ore di Miami in coppia con Jan Lammers dove termina la corsa di durata in nona posizione. Durante la Stagione 1985, al volante della nuova March-Ford Cosworth 85G, Guerrero conferma i buoni risultati ottenuti nell’annata precedente. I migliori risultati conseguiti durante la Stagione sono un quarto posto a Laguna Seca e un terzo posto a Indianapolis, una corsa dove Guerrero ha sempre dato il meglio di se. In Classifica Generale il pilota colombiano termina 17° con 34 punti all’attivo. Al termine della Stagione arriva la grande gioia per Roberto con la nascita del primo figlio Marco.

La Stagione 1986 vede un grande protagonista in Roberto Guerrero, dove Cotter gli assegna in gara la nuova March-Ford Cosworth 86C. I risultati sono ancora una volta eccezionali: due quarti posti a Indianapolis (sempre a suo agio al “brickyard”) e Meadowlands e un secondo posto a Mid-Ohio. Al Tamiami Park a Miami, Guerrero conquista la sua prima Pole Position della Carriera e conduce la corsa dal primo all’ultimo giro fino a quando viene costretto al ritiro all’ultima tornata per una perdita di carburante, permettendo ad Al Unser Junior di rubargli la vittoria. Con 87 punti all’attivo Roberto si classifica in 9° posizione in Classifica Generale nonostante la delusione conseguita a Miami.

Nel 1987 Guerrero passa al Team di Vince Granatelli dove porta in gara la nuova March-Ford Cosworth 87C. La Stagione è ancora una volta positiva: il miglior risultato è un secondo posto ottenuto a Long Beach. A Phoenix, in Arizona, Guerrero conquista la Pole Position ma viene relegato in ultima posizione per un’irregolarità al peso della sua monoposto. Frustato dell’accaduto, il pilota colombiano compie una corsa tutta d’attacco e vince la sua prima corsa in Formula CART. A Indianapolis Guerrero potrebbe vincere agevolmente la celebre corsa, ma all’ultimo pit-stop qualcosa non va per il verso giusto. Dopo una toccata con Tony Bettenhausen, il pilota colombiano cerca di recuperare ma alla fine è costretto ad inchinarsi di fronte al grande successo di Al Unser Senior (March-Ford Cosworth 86C). Nonostante una impressionante serie di buoni risultati, la vittoria sul celebre catino dell’Indiana gli era sfuggita ancora una volta…

Dopo Indianapolis, il pilota colombiano conquista altre due Pole Position a Milwaukee e Portland e si classifica regolarmente a punti. Poco dopo arriva la seconda vittoria in Formula CART a Mid-Ohio. Poco dopo, si sfiorò la tragedia. Durante una sessione di Test ad Indianapolis, Guerrero è protagonista di un grave incidente a causa di un’improvvisa foratura. La sua Stagione è finita. Roberto rimane in coma per 17 giorni con la vita appesa ad un filo. Il pilota colombiano termina la sua migliore Stagione in America in 4° posizione con 106 punti all’attivo. La terapia di recupero fu dura ed intensa, ma Roberto riuscì non senza fatica a recuperare sotto il profilo fisico.

L’anno successivo Guerrero prosegue la sua partnership con Granatelli e gli viene assegnata una Lola-Chevrolet T88/00. All’interno del Team arriva anche Mo Nunn, Team Manager asiatico con il quale Roberto aveva lavorato nei primi anni Ottanta in Formula 1. Al suo rientro in Formula CART a Phoenix, prima Prova della Stagione 1988, Guerrero conquista un positivo secondo posto dopo il grave incidente di Indianapolis. Fu un’alba falsa. La Stagione fu un alternarsi di alti e bassi. Roberto conquista il primo Giro più Veloce della Carriera durante la 500 Miglia di Indianapolis, ma durante la gara viene messo fuori gioco dal pilota californiano Kevin Cogan nel corso dei primi giri. I migliori risultati della Stagione sono un terzo posto conquistato a Pocono e un sesto posto a Nazareth. A Milwaukee Guerrero subisce la sua prima non qualificazione in America dopo cinque anni. In Classifica Generale, il pilota colombiano termina la deludente Stagione in 12° posizione con 40 punti all’attivo.

Nel 1989 Guerrero decide di lasciare il Team di Vince Granatelli per trasferirsi presso la Squadra Morales Motorsport. Il pilota colombiano prosegue lo sviluppo della monoposto di fabbricazione March dotata di un motore Alfa Romeo V8 sotto la direzione dell’ex pilota di Formula 1 Bruno Giacomelli. Fu una mossa azzardata. La monoposto non risponde alle aspettative dimostrandosi lenta ed inaffidabile. Guerrero viene corteggiato dal Team Truesports ma l’Alfa Romeo gli proibisce di lasciare la Squadra. Il miglior risultato ottenuto in gara è un deludente ottavo posto a Detroit. Durante la Stagione Guerrero segna solamente 6 punti e si installa al 22° posto in Classifica Generale.

La Stagione 1990 vede Roberto Guerrero trasferirsi presso la Squadra di Pat Patrick. La monoposto March 90CA viene allestita con un motore Alfa Romeo V8 sviluppato l’anno precedente dal pilota colombiano. È un anno di transizione: Guerrero conquista un fortunato quinto posto a Michigan e un ottavo posto a Portland ma finisce fuori gioco ad Indianapolis per la rottura della sospensione. A metà Stagione la Squadra scarica la fornitrice di telai March. Il nuovo telaio Lola T90/00 si dimostra molto competitivo ed affidabile rispetto a quello adottato precedentemente. Guerrero finisce ottavo a Road America e nono a Nazareth e si classifica in 16° posizione in Classifica Generale con 24 punti all’attivo.

L’anno successivo Guerrero, ormai un pilota dimenticato, prosegue la collaborazione con Patrick dove porta in gara la nuova Lola-Alfa Romeo T91/00. Poco dopo il pilota colombiano lascia la Squadra dopo sole tre corse e viene ingaggiato di gara in gara da altri due Team minori. Per la prima volta nella sua Carriera, Guerrero non riesce a conquistare punti in Formula CART. Si tratta della Stagione più negativa del pilota colombiano in America.

Ritrovatosi a piedi senza un contratto per la Stagione 1992, Guerrero viene ingaggiato dal Team di Bernstein dove tornò in Formula CART a tempo pieno. A Long Beach gli viene assegnato il vecchio telaio T91/00 ma poco dopo viene prodotto il nuovo telaio T92/00 giusto in tempo per la 500 Miglia di Indianapolis. A Indy Roberto si dimostra subito competitivo e conquista una straordinaria Pole Position realizzando una serie di tornate a 232.482 mph (374.133 kmh). Il giorno della gara Guerrero assapora la vittoria nella mitica corsa americana. Durante il giro di formazione, impegnato a scaldare le proprie gomme, il pilota colombiano va in testacoda alla seconda curva sopraelevata e perde la testa del plotone così come era capitato a Cliff Woodbury nel 1929 e Pancho Carter nel 1985. “Mi sembrava di vivere un incubo, dove non mi svegliai mai” ricorda Roberto.

La Stagione 1992 finisce senza grandi risultati, ma il Team Budweiser King gli fornisce un’altra opportunità per l’anno successivo. Roberto porta in pista la nuova Lola-Chevrolet T93/07, con la quale conquista un quarto posto a New Hampshire, un quinto posto a Long Beach e due settimi posti a Milwaukee e Michigan. A Indianapolis il pilota colombiano infrange in due occasioni il limite di velocità dei box. Durante la corsa, Guerrero finisce fuori gioco in seguito ad un contatto con Jeff Andretti. Al termine della Stagione 1993, Guerrero è 14° in Classifica Generale con 39 punti conquistati in 13 corse.

Nel 1994, rimasto senza un volante, Guerrero viene ingaggiato dal Pagan Racing Team che gli fornisce un vecchio telaio Lola T92/00 per disputare la 500 Miglia di Indianapolis. Curiosamente, si tratta della stessa vettura con la quale il pilota colombiano si aggiudicò la Pole Position due anni prima. A Indy, durante le prime fasi di gara, Roberto finisce presto fuori gioco e termina subito la corsa contro un muretto. A Guerrero spetta il Record di incidenti consecutivi ad Indianapolis (ben quattro nel periodo compreso tra il 1991 e il 1994) condiviso con Tom Sneva (quattro incidenti consecutivi tra il 1985 e il 1988).

L’anno successivo il Team si prepara al meglio per disputare degnamente la celebre corsa sul mitico catino del “brickyard”. Dopo una corsa poco convincete a Phoenix (16° posizione al termine della gara), Guerrero partecipa alla 500 Miglia di Indianapolis al volante di una Reynard-Mercedes 941 e termina la gara in 12° posizione staccato di due giri dal vincitore, il pilota canadese Jacques Villeneuve (Reynard).

L’introduzione della Indy Racing da parte di Tony Gorge nel 1996 vede Guerrero e il Pagan Racing Team partecipare al nuovo Campionato alternativo alla Formula CART. A Roberto viene affidata una nuova monoposto, la Reynard-Ford Cosworth 941, con la quale il pilota colombiano si aggiudica un quarto posto a Las Vegas e un quinto posto a Walt Disney World. Guerrero è protagonista di un’ottima corsa ad Indianapolis dove resta al comando per 47 giri. Su mitico catino dell’Indiana Roberto si piazza al quinto posto finale saldando la sua “questione personale” con Indianapolis, una pista che l’ha sempre visto protagonista nel bene e nel male. Il sistema di punteggio vede Guerrero conquistare ben 237 punti che equivale al quarto posto in Classifica Generale.

Nel 1997 la Federazione IRL adotta una nuova serie di Regole che impongono nuove monoposto aspirate. Il Pagan Racing Team si aggiudica un’importante sponsorizzazione da parte della Pennzoil, famosa ditta di lubrificanti che aveva appoggiato già in passato la Scuderia Dallara-Nissan. Guerrero è protagonista di una discreta Stagione. I migliori risultati sono un settimo posto a Pheonix e un tredicesimo posto in Texas. Il pilota colombiano termina al 7° posto in Classifica Generale con 221 punti all’attivo.

Durante il corso della Stagione, Guerrero è protagonista di un gran numero di incidenti, tra cui uno molto grave a Las Vegas. Nel 1998, solamente dopo quattro corse, il pilota colombiano viene scaricato dal Pagan Racing Team dopo una deludente prestazione alla 500 Miglia di Indianapolis (22° posizione al termine della corsa). “È stata una delle decisioni più dure e difficili che abbia mai dovuto prendere della mia vita. Roberto e io siamo stati grandi amici per tanti anni” ricorda malinconicamente il Team Manager della Squadra.

Dopo essere rimasto fermo per alcuni mesi, Guerrero viene ingaggiato da Price Cobb in sostituzione temporanea del pilota americano Jim Guthrie. Supportato dal Cobb Racing Team, Roberto combatte a lungo contro la fragilità del terribile motore Nissan. Nel 1998 il miglior risultato è un quarto posto ottenuto in Texas. In Classifica Finale il pilota colombiano è 26° con 83 punti all’attivo.

Nel 1999 Guerrero torna a disputare la 500 Miglia di Indianapolis dove è costretto al ritiro per un problema al motore. Durante la Stagione, il pilota colombiano è frenato dalla scarsa competitività della sua monoposto e dai gravi problemi finanziari della sua Squadra. In Classifica Generale Roberto è solamente 30° con 36 punti conquistati in gara.

Cercando un cambio di categoria, l’anno successivo Roberto prova il Campionato NASCAR raggiungendo il più giovane fratello Jaime Guerrero presso Hispanic Racing Team gestito da Mike Vazquez e Rudy Rodriguez. Al Lowe’s Motor Speedway, dopo 21 giri di corsa, Guerrero esce di strada e si frattura due costole. “Con queste monoposto bisogna fare davvero attenzione. Sono stato fortunato. Poteva andare peggio. Il livello di sicurezza raggiunto su queste vetture è straordinario” è il primo commento di Roberto dopo questo brutto incidente. Dopo un prodigioso quanto rapido recupero, Guerrero si presenta ai nastri di partenza della 500 Miglia di Indianapolis con la Squadra del veterano pilota americano A.J. Foyt ma non riesce a qualificarsi per la corsa.

Poco dopo, Guerrero torna a correre nel Campionato IRL con il Team Foyt Oldsmobile che gli mette a disposizione una monoposto Dallara. Ma la scarsa competitività e i continui cedimenti riscontrati sulla vettura lo inducono al passaggio al Campionato NASCAR nella Stagione 2001.

Dopo un breve periodo di inattività in seguito a dei deludenti risultati, Roberto Guerrero viene ingaggiato dalla Scuderia del leggendario Dick Simon in coppia con il pilota Stephan Gregoire e in sostituzione della pilotessa Lyn St James. Al volante di una Dallara, Roberto cerca inutilmente si qualificarsi ad Indianapolis, ma una serie di episodi sfortunati lo escludono dalla Griglia di Partenza.

Attualmente, Roberto Guerrero risiede a San Juan Capistrano, in California, con la moglie Katie e i tre figlio Marco, Evan Michael e Haley. La sua serie televisiva preferita è “Friends” e, oltre al Mondo dell’Automobilismo, il pilota colombiano pratica il Tennis a livello professionale. Sulla sua travagliata Carriera automobilistica, Roberto ha risposto: “Io non credo nella sfortuna. Anzi, sono stato proprio un pilota fortunato! Voglio dire, ho guidato a lungo delle macchine da corsa e mi sono divertito nella mia vita. Ho fatto sempre le scelte giuste. Come potrei essere una persona sfortunata?”.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio degli Stati Uniti West 1982 (Long Beach) su Ensign-Ford N181

Ultima gara: Gran Premio di Gran Bretagna 1983 (Silverstone) su Theodore-Ford N183

 
GP disputati  21 Stagioni  2
Pole Position   Giri Più Veloci  
Punti  0    

Piazzamenti a punti

                       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1982 

 Ensign-Ford N181  8      

  

  

 1983 

 Theodore-Ford N183  13      

  

  

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati