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Biografie

di Mattia Albera

Bruno Giacomelli

Pilota Ufficiale

Nato a Borgo Poncalare (Italia) il 10 settembre 1952

Bruno Giacomelli inizia la sua scalata ai vertici dell’Automobilismo Mondiale nella seconda metà degli anni Settanta. Figlio di operai, operaio lui stesso, Giacomelli inizia a praticare motociclismo spinto dalla madre all’età di 17 anni in gare regionali, ma alla seconda gara si rompe il ginocchio e l’avventura con le moto finisce. A 12 anni Bruno impara a guidare sulle ginocchia del padre. A 14 anni gira da solo in macchina sulle strade di Roncadelle e dintorni con la Fiat Seicento di famiglia. Il padre faceva finta di non vedere, e la sera con gli amici Bruno prendeva la macchina e andava a fare un giro con gli amici. Saliva sul Monte Maddalena per poi scendere: dieci chilometri di discesa di notte, per provare l’ebbrezza della velocità, perché la Seicento in salita non andava neanche a spingerla. In realtà Bruno attendeva solo i 19 anni per poter correre in macchina. Cosa che fece con sei mesi di anticipo correggendo la data di nascita sulla sua carta d’identità. Giacomelli seguiva la Formula 1 sin da quando era giovane: dopo la morte del pilota italiano Lorenzo Baldini a Montecarlo 1967 Bruno pianse per tre giorni. Il primo Gran Premio di Formula 1 a cui Giacomelli assiste dal vivo è a Monza nel 1968, una gara vinta dal pilota neozelandese Denis Hulme (McLaren-Ford) con il Team McLaren, proprio la Squadra con cui Giacomelli esordirà più tardi in Formula 1.

Terminato il servizio militare obbligatorio, Giacomelli debutta nelle corse nel 1972 nel Campionato di Formula Ford. Bruno non aveva a disposizione in grande budget per correre: non aveva una lira, sui circuiti dormiva in tenda, mangiando solo panini, non aveva i soldi per cambiare le gomme. Tanto che una volta sulla pista di Vallelunga non volevano farlo partire, perché aveva le gomme lisce: allora con la macchinetta che hanno i gommisti fece due, tre millimetri di scanalatura e Bruno riuscì a farsi accettare sulla Griglia di Partenza. Giacomelli era determinato a raggiungere il suo obiettivo: arrivare in Formula 1.

Dotato di un carattere molto deciso, allegro ed espansivo, è ottimo pilota che riesce a ottenere prestazioni di rilievo pur conservando sempre grandi margini di sicurezza. La sua guida è pulita, anche perché la sensibilità meccanica è notevolmente sviluppata. Proprio questa sua sensibilità rappresenta il suo maggiore punto di forza, permettendogli di mettere a punto le sue vetture in modo da trarre il massimo risultato. Questa qualità gli è stata riconosciuta da tutti i tecnici con cui ha lavorato, che hanno potuto accelerare il perfezionamento delle loro monoposto grazie alle indicazioni precise e sempre azzeccate che Giacomelli ha fornito.

Nel 1974 Giacomelli passa al Campionato di Formula Italia e l’anno successivo si aggiudica il Titolo Nazionale. Nel 1976 il pilota bresciano vince il prestigioso Gran Premio di Monaco di Formula 3, disputato sul difficile e impegnativo circuito cittadino di Montecarlo, al volante di una March-Toyota, restando in testa per tutta la durata della corsa. Bruno in Italia, “Jack O’Malley” nel resto del Mondo. Giacomelli è stato il pilota italiano che ha vinto di più in Formula 2. Mentre in Inghilterra è ancora un idolo, in patria molti si sono dimenticati di lui. Giacomelli è italiano, ma solo di passaporto. Il pilota italiano prende la licenza elementare a Roncadelle (Brescia) ma si laurea in Inghilterra. Per diventare un pilota professionista, Giacomelli abbandona l’Italia a favore del Regno Unito.

Dopo aver vinto il Campionato di Formula Italia, Giacomelli approda in Inghilterra con una March 743 Toyota di proprietà di Cesare Gariboldi, il futuro scopritore di Ivan Capelli. Cesare andava spesso in Inghilterra con un furgone per prendere i pezzi di ricambio delle monoposto. Un giorno chiese a Bruno di accompagnarlo. I due visitarono la sede della Cosworth e la Hewland. Fecero un giro presso il Team March, dove Giacomelli conobbe Sandro Angeleri, Direttore delle vendite. Bruno tornò a trovarlo un paio di volte: da Roncadelle in Gran Bretagna con la fidanzata Dyane, 1.500 chilometri e ventiquattr’ore di viaggio, e magari poi parlava per mezz’ora soltanto. Giacomelli si propone in seguito come pilota, mostrando tutti i ritagli di giornale con le sue imprese in Italia.

La vita è dura in Inghilterra: Giacomelli non parla l’inglese e abita in una pensione che offre solamente una cuccetta e da mangiare. Se questa strada fosse andata male, Bruno aveva già programmato di costituire un laboratorio di lavorazioni meccaniche. Ma si rivela una mossa giusta: nel 1977 il pilota italiano partecipa al Campionato Europeo di Formula 2. Sempre al volante della March, conquista tre vittorie e si piazza quarto nella Classifica Finale, aggiudicandosi il Trofeo Schell. L’anno successivo Giacomelli vince il Campionato Europeo di Formula 2 al volante di una March-BMW. In quella formidabile Stagione si aggiudica ben 8 gare (Thruxton, Hockenheim, Pau, Rouen, Nogaro, Pergusa, Misano e nuovamente Hockenheim) sulle 11 in programma, stabilendo un Record che rimarrà imbattuto nella Storia della Formula 2 (oggi Formula 3000).

Questi importanti successi gli permettono di debuttare in Formula 1 con il prestigioso Team McLaren. Bruno Giacomelli debutta in Formula 1 al Gran Premio d’Italia 1977, disputato sul circuito di Monza, al volante di una terza McLaren-Ford M23 ufficiale schierata dalla Squadra inglese. Dopo una buona Qualifica (15° posto in griglia di partenza), Giacomelli è costretto al ritiro per la rottura del propulsore Ford-Cosworth V8 della sua monoposto.

Nel 1978 Giacomelli disputa cinque gare al volante della terza McLaren-Ford M26 ufficiale in parallelo con il Campionato Europeo di Formula 2. Il suo miglior risultato è il settimo posto conquistato nel Gran Premio di Gran Bretagna sul circuito di Brands Hatch. Al termine della Stagione, il Team McLaren gli preferisce il pilota francese Patrick Tambay, e Giacomelli resta temporaneamente senza un ingaggio in Formula 1.

L’anno successivo il pilota bresciano passa alla Scuderia Alfa Romeo, che effettuava ufficialmente il proprio rientro in Formula 1 dopo il suo glorioso passato negli anni Cinquanta con Giuseppe Farina e Juan-Manuel Fangio. Giacomelli resterà complessivamente quattro anni con la prestigiosa Casa del Biscione in veste di primo pilota ufficiale e cavallo trainante del Team. Nel 1979 Giacomelli disputa quattro sole gare con l’Alfa Romeo poiché ancora impegnato in Formula 2, ma la scarsissima affidabilità della monoposto non gli permette di terminare nessuna gara.

Nel 1980 Bruno Giacomelli diventa pilota stabile del Circus della Formula 1. Al primo appuntamento Stagionale, nel Gran Premio d’Argentina a Buenos Aires, conquista i primi punti iridati della Carriera giungendo quinto al traguardo dopo una difficile rimonta. Nel corso della Stagione, l’Alfa Romeo non riesce ancora a fornire una monoposto sufficientemente affidabile. La morte del pilota francese Patrick Depailler gettò la Squadra nello sconforto più totale. Giacomelli si mette in luce soprattutto durante le prove di Qualificazioni dove risulta sempre velocissimo sui circuiti cittadini. Riesce a tornare in zona punti solo alla nona gara Stagionale, dove ottiene un quinto posto nel Gran Premio di Germania a Hockenheim. La Stagione termina con una grande performance da parte di Giacomelli: ottenne la sua prima Pole Position a Watkins Glen nel Gran Premio degli Stati Uniti. Per oltre trenta giri Giacomelli rimane nelle prime posizioni credendo di riuscire a conquistare il terzo gradino del podio. Finché, al 31° passaggio, l’Alfa Romeo accusa problemi elettrici che lo costringono al ritiro.

Bruno Giacomelli e Gilles Villeneuve erano grandi amici: andavano in barca insieme e in elicottero, ed era uno dei pochi perché tutti avevano paura di andarci con il pilota canadese, ed avevano costruito un grande rapporto di amicizia insieme ad Andrea De Cesaris.

La Stagione seguente è deludente: guasti tecnici, incidenti e inutilizzi piazzamenti relegano Giacomelli in ruoli di secondo piano. Il finale di Stagione è rocambolesco: al Gran Premio del Canada a Montréal, in una gara segnata dalla pioggia, Giacomelli guida in maniera eccellente e riesce ad agguantare un insperato quarto posto sul traguardo. Nell’ultima gara Stagionale, il Gran Premio degli Stati Uniti disputato sul circuito cittadino di Las Vegas, Bruno Giacomelli conquista il podio con l’Alfa Romeo.

Nel 1982 Giacomelli incappa nella sua peggiore Stagione in Formula 1. Colpa ancora una volta della monoposto, che accusa ogni sorta di problema possibile e immaginabile. Gli unici due punti li conquista ancora una volta nel Gran Premio di Germania a Hockenheim. Dopo quest’ultima deludente Stagione, decide di lasciare la Scuderia Alfa Romeo.

L’anno successivo, Bruno Giacomelli approda alla Team britannico Toleman a fianco del pilota inglese Derek Warwick. Ancora una volta i risultati deludono le aspettative: un solo punto conquistato sul circuiti inglese di Brands Hatch. Al termine della Stagione, Giacomelli decise di lasciare la Formula 1.

L’anno successivo, ormai lasciata la Formula 1, Giacomelli tenta la carta del Campionato CART in America. Il pilota italiano disputa dieci corse con le monoposto Theodore e March della Squadra Patrick Racing. Purtroppo, fallisce la Qualificazione alla 500 Miglia di Indianapolis 1984. Bruno torna in Europa e si dedica alle corse di durata. Nel 1986 Giacomelli resta coinvolto in un grave incidente sul circuito austriaco di Zeltweg al volante di una Lancia LC2 di Mussato durante le gare di Interserie. Nel 1987 Giacomelli disputa il Campionato Mondiale Gr A al volante di una Maserati Biturbo.

Due anni più tardi, Bruno Giacomelli rientra clamorosamente in Formula 1 offrendo le proprie prestazioni in qualità di test driver per il Team March-Leyton House. Nel 1990 il rientro del pilota bresciano avviene con il Team Life. La monoposto utilizza un vecchio telaio e un inconsueto motore 12 cilindri a W. «Sono rientrato in Formula 1 per due ragioni: volevo portare avanti la sperimentazione del motore stellare dell’ingegner Rocchi e avevo una grande nostalgia dell’ambiente della Formula 1. Ero conscio che non sarei mai riuscito a qualificarmi, ma per me andava bene lo stesso…» La Stagione è un disastro totale, tanto che Giacomelli non riesce a pre-qualificarsi in 12 occasioni e preferisce concludere l’avventura a fine anno.

Probabilmente la sua più grande “sfortuna” è stata quella di essere approdato in Formula 1 con monoposto inaffidabili e poco competitive. Ma, come abbiamo già visto, la classe al volante di Bruno Giacomelli emerse soprattutto in Formula 2 e nella Pole Position a Watkins Glen nel 1980.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio d’Italia 1977 (Monza) su McLaren-Ford M23

Ultima gara: Gran Premio del Sudafrica 1983 (Kyalami) su Toleman-Hart TG183B

 
GP disputati  69 Stagioni  7
Pole Position  1 Giri Più Veloci  
Punti  14    

Piazzamenti a punti

       1   1   3   1       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1977 

 McLaren-Ford M23  1      

  

  

 1978 

 McLaren-Ford M26  5      

  

  

 1979 

 Alfa Romeo 177/179  4      

  

  

 1980 

 Alfa Romeo 179B  14  1    

 18° 

 4 

 1981 

 Alfa Romeo 179  15      

 15° 

 7 

 1982 

 Alfa Romeo 179D/182  16      

 22° 

 2 

 1983 

 Toleman-Hart TG183B  14      

 19° 

 1 

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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