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Biografie

di Mattia Albera

Andrea De Adamich

Pilota Ufficiale

Nato a Trieste (Italia) il 3 ottobre 1941

Triestino d’origine e milanese di adozione, Andrea De Adamich nasce a Trieste il 3 ottobre 1941. Sin da giovane, ha la passione per sia per lo Sport agonistico, sia pure a livello dilettantistico. Tra i nove e gli undici anni pratica il pattinaggio a rotelle, quindi, essendosi trasferito a Genova da Vicenza dove studiava, partecipa alle gare di nuoto (stile libero) per la squadra regionale vicentina. Si dedica anche al tennis e allo sci. In quest’ultima specialità il suo miglior risultato è un sesto posto nel gigante ai campionati studenteschi triveneti. Con lo sci ha occasione di conoscere le gare auto sciatorie e di qui comincia il suo interesse per le corse d’auto.

Nel 1961 correndo in coppia con Giorgio Marchelli – fratello della Campionessa Maria Grazia – l’autosciatoria SAI, comincia l’attività sportiva automobilistica. La sua prima auto è una Triumph Spider TR 3 A, preparata da Pino Trivellato. Con questa vettura disputa nel 1962 la Castellarquato- Veransca (3° GT fino a 2600 cc) e la Bobbio-Penice (seconda categoria). Poi nella terza prova, la Trapani-Monte Erice, esce di strada e distrugge la TR 3. Trivellato gli presta un’Alfa Romeo 1900 TI Super per disputare le altre gare mancanti per poter chiedere l’anno successivo la licenza per le prove più importanti. Andrea si ritira alla Coppa Carri (dove era secondo) per rottura del motore. È quarto, con la Poggi Formula Junior monoposto, nella corsa di Lumezzane vinta da Pam (su Lotus 18) e a Roma, con la Fiat Abarth 850 TC di Ghezzi, vince la categoria Turismo.

Nel 1963 corre con la Lola Junior, una vettura molto moderna, che De Adamich fa preparare a Trivellato. A metà stagione il motore cede e De Adamich ha disponibilità per acquistare solo un motore di seconda mano dall’austriaco Bardi Barry, l’amico del pilota austriaco Jochen Rindt, motore che non gli consente buoni risultati. Una curiosità: De Adamich ha esordito in Formula Junior insieme a Rindt, a Vallelunga. Nel 1964 la prima importante svolta nella Carriera agonistica del pilota: mentre continua l’attività con la Lola, ora dotata del motore preparato da Pedrazzani di Novara, un nome che diventerà il numero uno nel mondo delle formule cadette internazionali, De Adamich si vede aprire la strada per arrivare ad una Squadra ufficiale dal nome famoso: l’Alfa Romeo, grazie all’aiuto dell’appassionato animatore della Scuderia per la quale corre, il Jolly Club di Mario Angiolini. Esordisce a Monza, con un’Alfa 2600 coupé preparata da Conrero, e ottiene tempi record così come nelle prove della Trento-Bondone dove con la TI deve contenere la supremazia della Ford Cortina. Alla Trieste-Opicina ha il primo serio incidente in corsa e conclude la Stagione.

Nel 1965 conquista un primo Titolo importante: diventa Campione di Formula Junior (al volante della Lola a motore Ford preparato da Pedrazzani). Nelle categorie Turismo e Gran Turismo continua a correre con la Squadra Alfa Romeo, sia per il Jolly Club sia per l’Autodelta. In maggio gli si offre un’altra grande occasione per mettersi in luce. Unico, tra i piloti non appartenenti alla scuderia Sant’Ambroeus, viene invitato da Eugenio Dragoni a provare a Monza la Ferrari prototipo P3, in vista di una partecipazione alla 24 Ore di Le Mans. Oltre ai piloti ufficiali di Maranello, John Surtees, Lorenzo Bandini, Ludovico Scarfiotti e Nino Vaccarella, sono presenti De Adamich, Biscaldi, Baghetti e Deserti. La giornata, nella quale Andrea ottiene il miglior tempo, dopo i piloti ufficiali, è funestata dalla morte di Deserti.

L’anno successivo, De Adamich cambia la Lola con una Brabham Formula 3 (già utilizzata da Jo Siffert) e ottiene la sua prima vittoria in questa Categoria a Imola, battendo Geki in volata. Con l’Alfa Giulia GTA 1.600 è Campione Europeo Turismo, battendo più volte la Lotus Cortina. Si ripete nel 1966, conquistando il Campionato Europeo Turismo con l’Alfa Romeo e ottiene un quinto posto, in coppia con il pilota toscano Nanni Galli, con l’esordiente prototipo Alfa Romeo 33/2000 – 8 cilindri al Nürburgring. Grazie all’interessamento dell’appassionato dirigente siciliano Mingrino (il «padre» del circuito di Pergusa) debutta in Formula 2 con una Lola-BMW giungendo ottavo. John Surtees gli affida la macchina anche ad Albi. Dopo la vittoria con la 33 nel trofeo Bettoia a Roma, Marcello Sabbatini – allora direttore di Autosprint – lo fa incontrare con Enzo Ferrari e De Adamich firma un contratto per correre sei gare in Formula 1, più il Campionato Europeo di Formula 2 con la Casa di Maranello.

Andrea De Adamich compie il suo esordio nel Gran Premio Spagna a Jarama (gara non titolata) con la Ferrari di Formula 1, dove sono presenti cinque monoposto della massima categoria, oltre alle vetture di Formula 2, ed è quinto dietro a piloti del calibro di Jim Clark, Graham Hill e Jack Brabham. Nel 1968, il pilota triestino corre per Ferrari nella Squadra che comprende il belga Jacky Ickx e il neozelandese Chris Amon. Dopo la gara inaugurale del Gran Premio Sudafrica, dove si ferma al 15° giro, il 15 maggio 1968 ha un grave incidente in prova a Brands Hatch al volante della Ferrari 312: le lesioni a due vertebre cervicali lo costringono a tre mesi di ingessatura. Poi, non riuscendo ad ottenere il nulla osta medico per riprendere le gare, in ottobre chiede la licenza sportiva svizzera e va a vincere la Temporada Argentina di Formula 2 alla guida della potente F2 Ferrari Dino 166. Conserverà la licenza svizzera fino al 1971.

Nel 1969, terminato il rapporto con Ferrari, corre per l’Alfa Romeo nelle categorie Turismo e Prototipi e nella Formula 5000 con la Squadra Surtees. Nel 1970 corre con l’Alfa Romeo e, in Formula 1, presso il Team McLaren con una vettura dotata di motore Alfa Romeo 8 cilindri della 33. Questo avvenimento segno il ritorno della Casa del Biscione dopo molti anni di assenza dalle corse in Formula 1. È ottavo nel Gran Premio d’Italia a Monza. Secondo nella Mille chilometri d’Austria nella prima gara finita dalla 33, ora con motore 3000 cc. Nel 1971, Andrea corre ancora con l’Alfa Romeo e in Formula 1 con la March-Alfa Romeo. Potrebbe essere Campione italiano assoluto ma ha la licenza svizzera. Diventa Campione nel 1972 riprendendo la licenza italiana e correndo, oltre che con l’Alfa, in Formula 1 con la Surtees-Ford Ts9B sponsorizzata Pagnossin. Disputa una corsa molto valida in Spagna a Jarama, giungendo quarto dietro a Jackie Stewart, Jacky Ickx e Clay Regazzoni. È terzo al Daily Express Trophy.

Nel 1973, Andrea De Adamich passa al Team Brabham di Bernie Ecclestone. Il 14 luglio 1973 nel Gran Premio di Gran Bretagna è coinvolto nell’incidente al curvone Woodcoote innescato dal sudafricano Jody Scheckter e riporta gravi fratture alla caviglia destra e al ginocchio sinistro. Resta ingessato quattro mesi, di cui tre senza poter camminare. Nel 1974 corre con l’Alfa Romeo 33 TT 12 nel Mondiale Marche, che la Casa milanese si aggiudica, ed è nuovamente Campione italiano assoluto. È anche la sua ultima Stagione sportiva.

Dopo 13 anni di attività agonistica, con una trentina di Gran Premi di Formula 1 disputati, Andrea De Adamich si ritira dallo sport attivo. È riconoscente a Mario Angiolini «che lo ha tirato fuori», a Carlo Chiti che lo ha valorizzato e a Marcello Sabbatini che lo ha validamente aiutato. Si considera un pilota ragionato ragionatore ma divide la sua carriera in tre fasi. «Fino al 1969 sono andato alla “spera in Dio”. Dal 1970 al 1972 sono stato abbastanza veloce e ragionatore. Dal 1973 al 1974 ho ragionato forse troppo, a scapito della velocità». Considerazioni molto obiettive e che sono, in varia misura, adattabili a molti piloti. Ma di De Adamich si deve apprezzare soprattutto quanto ha saputo insegnare fuori della pista. È stato senza dubbio uno dei primi piloti abili nel pubblicizzarsi e nel trovare amicizie e sponsor, anticipando la realtà odierna. Dall’Automobilismo ha saputo trarre utili insegnamenti e preziosi contatti con un mondo vario e interessante che gli ha poi aperto numerose strade per avviare attività di lavoro nel campo industriale, commerciale, pubblicitario e giornalistico. Per alcuni anni si dedica alla distribuzione dei prodotti della linea di abbigliamento Marlboro in Italia.

Andrea De Adamich rimane nell’ambiente dei Gran Premi come un popolare e rispettato commendatore televisivo. In accordo con la ditta televisiva Fininvest (divenuta in seguito Mediaset), a metà degli anni Ottanta Andrea ha diretto il nuovo programma televisivo “Grand Prix”, una rubrica sulle corse automobilistiche e motociclistiche presentata e diretta dallo stesso De Adamich in onda ogni domenica su Italia Uno. Nel 1992 Andrea vince il primo premio al prestigioso concorso giornalistico per la sicurezza stradale.

Oggi De Adamich è co-proprietario e direttore generale dell’avviata Scuola di guida sicura dell’Autodromo Riccardo Paletti di Varano de Melegari, dove opera anche il figlio Gordon, anche lui valente ex-pilota. La scuola utilizza da sempre esclusivamente vetture Alfa Romeo, fornite dalla stessa casa madre. Grande appassionato da sempre dell'Alfa Romeo, casa che certamente ha nel cuore, nel 2005 ha “firmato” la collezione edita dalla nota azienda Fabbri “Alfa Romeo Sport Collection”.

Sempre affabile, sorridente e gentile, è possibile anche vederlo nel paddock di qualche gara importante abbracciato con semplici appassionati, impegnato in una “foto di gruppo”. Pioniere nel settore delle scuole di pilotaggio, è ormai una “icona” del giornalismo automobilistico e dell'automobilismo in genere, a 360°.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio del Sudafrica 1968 (Kyalami) su Ferrari 312

Ultima gara: Gran Premio di Gran Bretagna 1973 (Silverstone) su Brabham-Ford BT42

 
GP disputati  30 Stagioni  5
Pole Position   Giri Più Veloci  
Punti  6    

Piazzamenti a punti

          2             

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1968 

 Ferrari 312  1      

  

  

 1970 

 McLaren-Alfa Romeo M7D/M14D  4      

  

  

 1971 

 March-Alfa Romeo 711  7      

  

  

 1972 

 Surtees-Ford TS9B  12      

 16° 

 3 

 1973 

 Brabham-Ford BT37/BT42        

  

  

  

 Surtees-Ford TS9B  6      

 15° 

 3 

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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