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Biografie

di Mattia Albera

Martin Brundle

Pilota Ufficiale

Nato a King’ s Lynn (Gran Bretagna) il 1° giugno 1959

Martin John Brundle nacque a King’s Lynn, in Gran Bretagna, il 1° giugno 1959. Suo padre, John Brundle, era un corridore acuto e veloce nei Rally e nelle corse di Motociclismo. Spinto dalla passione del padre, Martin iniziò giovanissimo la sua scalata ai vertici dell’Automobilismo Mondiale.

Nel biennio 1977/78 Martin Brundle partecipò al volante della Toyota al British Touring Car Championship. Nel 1979 il pilota inglese passò al Campionato Inglese di Formula Ford 1600 dove gareggerà per due anni. L’anno successivo Brundle iniziò ad interessarsi alle Corse di Durata e partecipa al Campionato BTCC sotto le insegne della Squadra ufficiale Audi.

Nel 1982 Brundle scalò successivamente alla Formula 3 Inglese nel Team dell’irlandese Eddie Jordan dove, al termine della Stagione, si classificò al quarto posto finale. La Stagione seguente lo vide lottare con il coltello tra i denti contro il giovane e veloce pilota brasiliano Ayrton Senna Da Silva. Fu una Stagione molto combattuta. Senna alternò grandi vittorie a ritiri clamorosi, mentre Brundle guadagnò punti sul pilota brasiliano di gara in gara. All’ultima prova Brundle era in vantaggio per 123 punti contro i 122 di Senna: fu la gara decisiva. A Thruxton Senna conquistò vittoria e Titolo di Campione d’Inghilterra di Formula 3. Gli altri concorrenti, quell’anno, furono soltanto delle comparse. Senna meritò il Titolo, ma bisogna riconoscere che il brasiliano e l’inglese si stimolarono a vicenda per tutta la Stagione. In effetti, i due nemici si sono spinti reciprocamente verso la Formula 1.

A fine Stagione Martin Brundle fu Vicecampione del Campionato Inglese di Formula 3, e la divisione svizzera della Philip Morris invitò il giovane e promettente pilota inglese a provare una Formula 1 sul circuito di Silverstone. Si trattò di una McLaren-Ford Mp4/1C di cui la Marlboro è lo sponsor principale. Oltre ad Brundle, c’erano il vincitore del Campionato di Formula 3, il brasiliano Ayrton Senna, e un’altra giovane speranza, il tedesco Stefan Bellof. I tre non poterono certo pensare di ottenere con qualche giro un contratto da pilota titolare, ma lo spirito competitivo era comunque alto. Dopo una lunga trattativa, Brundle venne ingaggiato, nonostante la carenza di Sponsor personali, dal Team Manager inglese Ken Tyrrell per la Stagione di Formula 1 1984.

Martin Brundle debuttò in Formula 1 al Gran Premio del Brasile 1984, disputato sul circuito di Rio De Janeiro, al volante della Tyrrell-Ford 012. La Squadra del “Boscaiolo” era composta da Martin Brundle e da Stefan Bellof. Dopo una buona Qualifica (18° posto), in gara Brundle arrivò in quinta posizione, quindi in zona punti, nella sua prima corsa in Formula 1. La monoposto, la Tyrrell 012, era una monoposto dalle linee pulite, sottili e leggere. Montava il leggendario motore Ford-Coswoth V8 aspirato che non può certo competere contro i ben più potenti turbo. Ma Brundle si batté valorosamente. Tyrrell fu come un maestro per Martin, cercò di fargli apprendere le tecniche e i segreti della Formula 1, una lezione che non dimenticherà mai. Nel Gran Premio degli Stati Uniti East, sul circuito cittadino di Detroit, Brundle si qualificò in 11° posizione. In gara approfittò dei ritiri di Arnoux, Senna, Mansell, Lauda, Warwick, Rosberg e Alboreto e riuscì a completare la gara in seconda posizione. Ma tutto cambiò improvvisamente due settimane dopo: Brundle si fratturò le gambe in un grave incidente durante le prove del Gran Premio degli Stati Uniti West a Dallas. Il pilota inglese dovette fermarsi in convalescenza durante il resto della Stagione. Qualche mese più tardi la Squadra Tyrrell venne squalificata dal Mondiale per aver utilizzato per tutto il Campionato benzine irregolari aggiunte a sfere di piombo per rientrare nei limiti del peso della monoposto. Brundle venne squalificato e privato dei suoi otto punti conquistati.

Nel biennio 1985/86, Martin Brundle rimase legato alla Squadra Tyrrell portando la monoposto in zona punti nell’ultimo anno. Brundle ottenne un quinto posto in Brasile (Rio De Janeiro) e Gran Bretagna (Brands Hatch), un sesto posto in Ungheria (Budapest) e un quarto posto in Australia (Adelaide), la sua ultima gara con la Squadra del “Boscaiolo”. La mancanza di sponsorizzazioni indussero Tyrrell a puntare su piloti “con la valigia” e a rinunciare al prezioso Brundle, nome importante della Scuderia inglese.

L’anno successivo Brundle, una volta abbandonata la Tyrrell, si legò alla Squadra polacca Zakspeeed firmando un contratto annuale. La monoposto, la Zakspeed 871,si rivelò sin da subito progetto disastroso. Brundle terminò in zona punti solamente nel Gran Premio di San Marino a Imola dove ottenne un miracoloso quinto posto. La scarsa affidabilità e competitività della monoposto indussero il pilota inglese a lasciare la Squadra al termine della Stagione.

Nel 1988 Brundle abbandonò temporaneamente la Formula 1 in attesa di una monoposto migliore. Il pilota inglese partecipò al World Sportscar Championship dove si laureò Campione del Mondo. Il pilota britannico vinse la prestigiosa 24 Ore di Daytona con la Squadra TWR al volante di una Jaguar. Brundle instaurò un rapporto di amicizia e collaborazione con il Direttore della Squadra, il pilota scozzese Tom Walkinshaw. Partecipò inoltre, senza ottenere successo, alla 24 Ore di Le Mans al volante della Jaguar. Nello stesso anno, venne chiamato dalla Scuderia inglese Williams per disputare il Gran Premio del Belgio 1988 in sostituzione del pilota inglese Nigel Mansell (ancora sofferente dei postumi dell’incidente di Suzuka 1987). A Spa-Francorchamps, al volante della Williams-Judd FW12C aspirata, ottenne un settimo posto in gara.

Brundle decise di rientrare in Formula 1 con la Brabham (Team sul viale del tramonto) per disputare con la Squadra inglese la Stagione di Formula 1 1989. Stupì l’intero circus della Formula 1 con la sua notevole prestazione durante l’intero week-end del Gran Premio di Monaco. Tra gli insidiosi muretti e i tombini di Montecarlo, Brundle si qualificò in quarta posizione e terminò la gara al sesto posto. Al volante della Brabham-Judd BT58 alternò grandi prestazioni in qualifica a mancate partenze (Canada e Francia). Terminò la Stagione con il sesto posto al Gran premio d’Italia a Monza e il formidabile quinto posto al Gran Premio del Giappone a Suzuka.

L’anno il pilota inglese abbandona nuovamente la Formula 1 per concentrarsi sulle corse di durata. Brundle fu vincitore della 24 Ore di Le Mans Edizione 1990 al volante della Jaguar in coppia con i piloti Nielsen e Cobb. Con il celebre marchio del giaguaro, Brundle fu secondo alla 24 Ore di Daytona, ottavo nel World Sportscar Championship e terzo nell’IROC.

Nel 1991 Brundle ritornò definitivamente in Formula 1 di nuovo con la Scuderia Brabham in coppia con il pilota inglese Mark Blundell. La disastrosa Stagione di Brundle fu da incolpare alla disastrosa monoposto, la rivoluzionaria Brabham-Yamaha BT60Y, progettata dal Direttore Tecnico inglese Sergio Rinland. Brundle terminò in zona punti solamente nel Gran Premio del Giappone a Suzuka dove ottenne un miracoloso quinto posto.

L’anno successivo il Direttore della Squadra Benetton, l’amico Tom Walkinshaw, riuscì ad assegnargli il secondo volante da titolare nella Squadra inglese al posto del giubilato Nelson Piquet (tre volte Campione del Mondo di Formula 1 1981 – 1983 – 1987). Brundle fece un grande salto di qualità affiancato dal giovane e irruento pilota tedesco Michael Schumacher. Al volante della competitiva Benetton-Ford B192, Martin Brundle divenne un autentico pilota mastino in Formula 1. Confermò le doti e le qualità che erano emerse negli anni precedenti al volante di monoposto poco competitive. Le sue prestazioni in qualifica e in gara divennero un punto di riferimento per i suoi avversari. A partire dal Gran Premio di San Marino a Imola, Brundle divenne pilota fisso nelle posizioni di vertice e segnò regolarmente punti preziosi per la Squadra. Durante la Stagione 1992, la sua miglior annata in Formula 1, conquistò un secondo posto a Monza, cinque terzi posti (A Magny Cours, Silverstone, Suzuka e Adelaide), quattro quarti posti (A Imola, Hockenheim, Spa-Francorchamps e Estoril) e due quinti posti (A Montecarlo e Budapest). In Classifica, Martin Brunlde si piazzò in sesta posizione con 38 punti all’attivo. A fine Stagione, nonostante questi ottimi risultati, la Benetton decise di sostituirlo con il pilota italiano Riccardo Patrese.

Nella Stagione 1993 Martin Brundle ebbe contatti a inizio anno con Frank Williams ma passò alla Scuderia francese Ligier in coppia con l’ex compagno di Squadra Mark Blundell. Al volante della Ligier-Renault JS39 (che montava lo stesso retrotreno della formidabile Williams-Renault FW14B), Brundle non sfigurò il confronto con il pilota britannico e fu protagonista di una brillante Stagione. Ottenne un sorprendete terzo posto a Imola, tre quinti posti e tre sesti posti. La scelta della Benetton di sostituirlo con il veterano Patrese si rivelò col senno di poi un grave errore della Squadra inglese.

Nel 1994 Martin Brundle venne ingaggiato all’ultimo momento dalla Squadra inglese McLaren al posto del pilota brasiliano Ayrton Senna, passato alla Williams. Al volante della McLaren-Peugeot Mp4/9 si aggiudicò un ottimo secondo posto al Gran Premio di Monaco sul circuito di Montecarlo dietro al vincitore Michael Schumacher (Benetton-Ford B194) dopo aver approfittato dei ritiri di Hill e Hakkinen. Durante l’intera Stagione Brundle e il compagno di Squadra, il finlandese Mika Hakkinen, soffrirono dei continui guasti dell’inaffidabile motore Peugeot V10. Al Gran Premio di Gran Bretagna a Silvertone, il motore di Martin esplose con una gigantesca fiammata al via della corsa. Nonostante ciò, Brundle terminò la sua Stagione alla McLaren aggiudicandosi brillanti risultati a punti, tra cui un terzo posto al Gran Premio d’Australia ad Adelaide. Brundle avrebbe gradito restare alla McLaren anche per la Stagione successiva, ma la Mercedes-Benz (nuova fornitrice di motori) impose alla McLaren la superstar inglese Nigel Mansell (Campione del Mondo di Formula 1 1992).

Brundle ritornò così alla Ligier per la Stagione 1995 a partire dal Gran Premio di Spagna a Barcellona. Ottenne due grandiosi risultati come un quarto posto a Magny-Cours e un terzo posto a Spa-Francorchamps dietro a Michael Schumacher e Damon Hill.

Nel 1996 Martin Brundle disputò la sua ultima Stagione di Formula 1 con la Squadra irlandese Jordan Grand Prix a fianco del pilota brasiliano Rubens Barrichello. Nella prima gara della Stagione, il Gran Premio d’Australia a Melbourne, fu protagonista di un grave incidente nel quale la sua monoposto si capottò più volte spezzandosi in due tronconi. Brundle uscì illeso dalla monoposto e corse ai box per prendere la vettura di riserva, applaudito da tutto il pubblico. Durante la Stagione 1996, portò più volte la Jordan in zona punti. Concluse la sua lunga Carriera in Formula 1 aggiudicandosi un quinto posto nel Gran Premio del Giappone 1996 a Suzuka. Peter Sauber offrì un contratto per la Stagione 1997, ma in seguito gli fu preferito Nicola Larini.

Dal 1997 al 2001, Brundle ha partecipato a cinque 24 Ore di Le Mans (al volante di TWR-Nissan, Toyota e Bentley) collezionando cinque sfortunati ritiri nella corsa che lo aveva visto primeggiare nell’Edizione 1990. Attualmente, Martin Brundle è commentatore televisivo per la televisione britannica ITV, pilota alle manifestazioni di monoposto storiche e Team Manager di alcuni piloti di Formula 1, tra cui il pilota britannico David Coulthard. Suo figlio Alex Brundle gareggia nel Campionato Formula Palmer Audi.

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio del Brasile 1984 (Rio De Janeiro) su Tyrrell-Ford 012

Ultima gara: Gran Premio del Giappone 1996 (Suzuka) su Jordan-Peugeot 196

 
GP disputati  158 Stagioni  12
Pole Position   Giri Più Veloci  
Punti  98    

Piazzamenti a punti

    2   7   8   12   10       

CAMPIONATO DEL MONDO DI F.1

Anno

Team GP PP GPV Vittorie Posizione finale

Punti

 1984 

 Tyrrell-Ford 012  7      

  

  

 1985 

 Tyrrell-Ford 014        

  

  

  

 Tyrrell-Ford 012  15      

  

  

 1986 

 Tyrrell-Renault 014/015  16      

 11° 

 8 

 1987 

 Zakspeed 861/871  16      

 18° 

 2 

 1988 

 Williams-Judd FW12  1      

  

  

 1989 

 Brabham-Judd BT58  14      

 20° 

 4 

 1991 

 Brabham-Yamaha BT59Y/BT60Y  14      

 15° 

 2 

 1992 

 Benetton-Ford B191B/B192  16      

 6° 

 38 

 1993 

 Ligier-Renault JS39  16      

 7° 

 13 

 1994 

 McLaren-Peugeot MP4/9  16      

 7° 

 16 

 1995 

 Ligier-Mugen Honda JS41  11      

 13° 

 7 

 1996 

 Jordan-Peugeot 196  16      

 11° 

 8 

* Fuori dalla parentesi i punti ritenuti validi ai fini iridati

 

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