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FORMULA ONE THROUGH MY EYES

La Storia dell’Automobilismo Sportivo ha avuto alti e bassi, le innovazioni tecnologiche hanno rivoluzionato questo Sport, ma il tracciato di Monza ne rimane sempre parte integrante. Sono del parere che Monza o la si odia o la si ama, ma di certo non si può disprezzare il suo passato. Monza è una emozione, siamo d’accordo… Basta varcare i cancelli principali dell’Autodromo per sentire il brusio composto dei tifosi, il tifo da stadio, il rombo lontano dei propulsori da oltre 800 cavalli in accensione che rimbomba attraverso i boschi, il calore dell’asfalto che si innalza. Il tutto correlato dai lunghi rettilinei pronti ad esaltare la potenza del motore delle monoposto e lasciar spazio alla velocità pura. Ebbene sì: è l’atmosfera pura da Gran Premio, quella sensazione unica che solo Monza può possedere e può farci vivere dal vero.

In questo articolo, voglio raccontare la mia esperienza sul “campo di gara” a Monza, nella mia annuale e ormai consueta visita avvenuta durante la Sessione di Test di venerdì 26 agosto 2005 in preparazione alla 76° Edizione del “Vodafone Gran Premio d’Italia 2005”.

La struttura dell’articolo si divide in due parti: nella prima parleremo del Leggendario Autodromo di Monza e del suo grande passato. Nella seconda parte, invece, racconterò la mia esperienza vissuta durante l’ultima giornata di Test sul circuito brianzolo con l’esclusiva visita al Paddock della Formula 1. Se avete domande, dubbi, considerazioni personali o critiche, potete contattarmi tramite il mio indirizzo di posta elettronica: m.albera@tele2.it

 

PRIMA PARTE

“La Leggenda di Monza”

L’Autodromo Nazionale di Monza è situato in Lombardia a nord della Città di Milano, nel celebre Parco Reale di enorme vastità presente nel centro della città. Si tratta del Parco più grande d’Europa ed è un luogo molto bello e tranquillo, sorvegliato dalla Guardia Forestale e protetto dagli ambientalisti. Monza è uno degli Autodromi più famosi al Mondo insieme al catino di Indianapolis (Stati Uniti) e al circuito Bugatti di Le Mans (Francia). La pista venne costruita nel lontano 1922 con un importante pianificazione lanciata dall’A.C.I. (Automobile Club Italia) sotto progetto dell’Architetto Alfredo Rosselli e dell’Ingegner Piero Puricelli. Per la localizzazione geografica dell'Autodromo furono prospettate varie ipotesi, le più consistenti delle quali riguardavano la zona della ,“brughiera” di Gallarate, dove sorge oggi l’Aereoporto Internazionale di Malpensa, nonché un’area che si trovava nel rione, allora periferico per Milano, della Cagnola. Si tratta di uno degli impianti in uso più vecchi. Venne costruito in un tempo Record: appena 110 giorni, tra maggio e agosto. Doveva avere inizialmente uno sviluppo di 14 chilometri poi, per motivi ecologici e di preservazione ambientale, fu ridotto a 10 chilometri.

 

 

 

 

Sopra: Immagini d’Archivio del celebre Autodromo Nazionale di Monza I/n via di costruzione. L’anello di velocità era già incluso del progetto originale del tracciato brianzolo, contrariamente a quanto di possa pensare;

 

Sopra: Piantina del circuito di Monza, con l’indicazione delle curve e dei punti di velocità nei vari settori della pista;

 

La prima Edizione del Gran Premio d’Italia si svolse nel 1921 a Brescia (località Montichiari), con sei vetture al via e dieci ore di gara. All’epoca correvano pilota e meccanico insieme. La gara fu vinta dal pilota francese Jules Goux (Ballot) affiancato dal suo meccanico Lebouc. Il 22 agosto 1922 fu inaugurato l’Autodromo di Monza alla presenza delle autorità italiane. “Nonostante che domenica 2 settembre piova a Monza, treni e tram scaricavano alla stazione migliaia di persone e altrettante si avviavano con ogni mezzo verso il parco reale per assistere al Gran Premio d’Italia (vetturette per auto sino a 1500 cc.). Vinse Pietro Bordino. Il vincitore venne condotto poi alla presenza del Presidente del Consiglio Luigi Facta, che si complimentò con lui. L’Autodromo di Monza visse trionfalmente il suo primo giorno di vita. Davanti a quasi 100 mila persone, Bordino vinse precedendo Felice Nazzaro, entrambi su FIAT”, questa la cronaca dell’evento da parte della Domenica del Corriere (copertina a lato). Ai cronisti, Bordino dichiarò: “Una vittoria a Monza vale più di ogni altra vittoria”. Le stesse parole diranno tutti i grandi Campioni. L’anno dopo i tecnici si resero conto che, studiata per consentire velocità sui 180 Kmh, la pista di Monza già poteva dirsi insufficiente rispetto alle possibilità che avevano le auto da corsa a quel tempo.

 

Sopra: La Griglia di Partenza del primo Gran Premio d’Italia disputato sul circuito di Monza;

 

Da allora sino ad oggi, il Gran Premio d’Italia si è sempre disputato a Monza, salvo alcune eccezioni: nel 1937 la gara fu disputata a Livorno per motivi politici, nel 1947 a Milano in Fiera, nel 1948 a Torino nel Parco del Valentino poiché la pista di Monza, a causa dei danni bellici, era inagibile e infine nel 1980 a Imola. Nel 1981, per ovviare al problema di un’alternanza tra Monza e Imola, nascerà, su idea del Commendatore Enzo Ferrari, il Gran Premio di San Marino: così l’Italia sarà una delle poche nazioni al Mondo nella quale vengono disputati due gare di Formula 1.

Al termine del Secondo Conflitto Mondiale, nel 1945 il Generale americano Clark organizzò una sfilata di mezzi corazzati militari per celebrare la vittoria alleata in Italia, distruggendo completamente il manto stradale. Dopo un periodo di inattività a causa della ristrutturazione del tracciato, l’Autodromo di Monza riprese la sua attività quattro anni dopo. Nel 1950 nasce il Campionato del Mondo di Formula 1 del dopoguerra, e arriviamo così agli anni Cinquanta: sono gli anni dei mitici piloti Giuseppe Farina, Alberto Ascari, Juan-Manuel Fangio, Gigi Villoresi, José Froiland Gonzalez, Piero Taruffi, Eugenio Castellotti e Stirling Moss. Le prestigiose Case Automobilistiche che partecipano alle competizioni sono Alfa Romeo, Auto Union, Ferrari, Mercedes-Benz, Maserati, Vanwall e Cooper. Nel 1951 viene realizzata a Monza l’avveniristica Tribuna Centrale, una costruzione che farà Storia e caratterizzerà l’impianto. Oltre alla pista stradale, il tracciato comprendeva un anello di velocità (o catino dell’alta velocità) lungo circa 4,5 chilometri con due curve sopraelevate in terrapieno. Oggi giace purtroppo in disuso dal 1961 ed è al centro di polemiche per un possibile abbattimento. In cinquant’anni, Monza ha vissuto in prima persona l’evoluzione sportiva e tecnica del Mondiale di Formula 1 durante il corso della sua lunga e prestigiosa Storia.

Sopra: La nuova tribuna centrale in una foto scatta durante la partenza del Gran Premio d’Italia 1951 a Monza, teatro di una storica sfida tra Alfa Romeo e Ferrari;

 

Gli anni Sessanta vedono Monza protagonista del rinnovo e del consolidamento delle sue strutture, con l’abbandono dell’anello di alta velocità, l’aumento delle barriere protettive e l’inserimento delle reti di protezione. Nel decennio successivo, la planimetria del tracciato brianzolo è stata modificata con l’inserimento di due chicane nella Stagione 1972 per mantenere sotto controllo la velocità e per aumentare la sicurezza in pista. La Prima Variante Goodyear ha subito un secondo ridisegnamento per aumentare le vie di fuga e migliorare gli spazi. Contemporaneamente, è stata inserita anche la Seconda Variante della Roggia per rallentare le vetture prima della serie di curve di Lesmo.

Sopra: Al termine degli Anni Sessanta, le vecchie monoposto “sigaro”, come la Lotus 49 dello scozzese Jim Clark, subiscono una vera e propria rivoluzione tecnica con la comparsa dei primi alettoni per migliorare la deportanza generale e l’equilibrio delle vetture;

 

Sopra: Il progresso tecnologico non si ferma! Alla fine degli Anni Settanta compaiono le prime “minigonne” sulla Lotus-Ford 77 del pilota italo-americano Mario Andretti. Successivamente, gli Anni Ottanta vedono grande protagonista il motore turbo, nuova frontiera tecnologica tutta da scoprire;

 

Negli anni Novanta sono state profondamente modificate le strutture dell’impianto rafforzando le barriere anti-invasione e delle protezioni di pista, l’ulteriore ampliamento del paddock e la sua pavimentazione, la sistemazione delle tribune per il pubblico che ora dispone di oltre 60.000 posti a sedere; l’allestimento di 45 cabine insonorizzate fisse per i tele-radiocronisti; la costruzione del nuovo e modernissimo Centro Medico; dall’altro una radicale opera di ammodernamento della zona box (ultimata nell’estate 1990), la costruzione di una moderna Sala Stampa con 340 posti a sedere e delle salette per l’ospitalità. Nel 1994 sono aumentati gli Standard di Sicurezza imposti dalla FIA in seguito ai mortali incidenti di Imola in cui persero tragicamente la vita Roland Ratzenberger e Ayrton Senna. La Curva Grande è stata arretrata per aumentare la via di fuga, la Seconda Curva di Lesmo è stata rallentata modificando il suo raggio e alcuni alberi sono stati tagliati. Le modifiche non hanno però variato la fisionomia del tracciato di Monza, il cui disegno è rimasto praticamente invariato.

Sopra: Il Leggendario pilota brasiliano Ayrton Senna Da Silva (McLaren-Honda Mp4/5B), tre volte Campione del Mondo di Formula 1, in pista durante il Gran Premio d’Italia 1990 a Monza;

Sopra: Panoramica del Rettilineo Principale e della Pit-Lane dell’Autodromo di Monza;

 

E arriviamo ai giorni nostri. Nel 2000 la prima e rapida Variante Goodyear è stata completamente ridisegnata al fine di rallentare maggiormente le vetture. Le strutture del circuito sono state profondamente riviste nel 2002, con un nuovo progetto che ha portato alla demolizione di un’area del tracciato e alla costruzione della nuova e moderna sala stampa e del podio sopraelevato. Grazie a tutte queste innovazioni l’Autodromo Nazionale di Monza è oggi uno dei più funzionali al Mondo, con in più una Leggendaria Storia forse ineguagliabile.

Sopra: La nuova Prima Variante introdotta a Monza durante la Stagione 2000;

 

Un giro del circuito di Monza è fatto di lunghi rettilinei piani e curve veloci, interrotti da una manciata di chicanes. È un circuito formidabile, con corse eccezionali e un pubblico follemente appassionato. Le monoposto sfrecciano lungo la Curva Grande, le Lesmo e la Parabolica da quando fu costruito l’Autodromo, nel 1922. Oggi, naturalmente, tre chicanes (Rettifilo, Roggia e Ascari) spezzano lo slancio di quello che in passato veniva definito il “Tempio della velocità”. La pista non è troppo diversa da quella di un tempo, eccetto per queste chicanes introdotte nel 1972. Ma nonostante tutto il cuore e l’anima di Monza restano intatti. Vedere girare le monoposto di Formula 1 è un esperienza straordinaria. I piloti possono fare la differenza in più punti, specie nell’attacco alla Parabolica, tecnicamente difficile, e alla veloce sinistra-destra dell’Ascari. Una pista veloce, si sa, è anche una pista pericolosa: sono molti i piloti che hanno perso la vita in gara: Campari, Sivocci, Borzacchini, Czaykowski, Ascari, Von Trips, Rindt, Peterson (senza dimenticare Pasolini, Saarinen, Chionio, Galtrucco e Colombini) sono solo alcuni dei nomi leggendari che tristemente hanno intriso con il sangue la Leggenda di Monza.

Sopra: Disegno dell’Autodromo Nazionale di Monza;

 

Per quanto riguarda la tecnica e la preparazione delle monoposto, lo sviluppo delle vetture trova nel tracciato brianzolo un terreno assai fertile sia per quanto concerne l’adozione di un’aerodinamica caratterizzata da un bassissimo livello di deportanza sia per l’incremento della potenza massima erogata dai motori. I freni solo molto sollecitati e le frenate sono molto importanti. In certi punti, le velocità possono essere altissime: molto oltre i 330 km/h. I piloti devono far fronte a una sensibile instabilità e le chicanes sono particolarmente difficili da impostare: i rischi di uscite di pista sono per molto frequenti. La velocità e la strategia di gara sono fattori chiave per vincere a Monza.

Sopra: Il “Finlandese Volante” Mika Hakkinen (McLaren-Mercedes mp4-15) ci mostra quanto le monoposto siano settate con il minor carico aerodinamico possibile per ottenere una vettura veloce e filante a Monza;

 

Sopra: A Monza le staccate sono molto importanti e i freni sono molto soccecitati, come ci mostra il nostro “IceMan” Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes mp4-17D), in azione durante le Prove Ufficiali del Gran Premio d’Italia 2003;

 

ALBO D’ORO GRAN PREMIO D’ITALIA

 

Anno

Pilota

Nazionalità

Monoposto

Circuito

1921

Jules Goux

Francia

Ballot

Brescia

1922

Pietro Bordino

Italia

FIAT

Monza

1923

Carlo Salamano

Italia

FIAT

Monza

1924

Antonio Ascari

Italia

Alfa Romeo

Monza

1925

Gastone Brilli Peri

Italia

Alfa Romeo

Monza

1926

Louis Charavel

Francia

Bugatti

Monza

1927

Robert Benoist

Stati Uniti

Delage

Monza

1928

Louis Chiron

Monaco

Bugatti

Monza

1931

Giuseppe Campari /

Tazio Nuvolari

Italia / Italia

Alfa Romeo

Monza

1932

Tazio Nuvolari

Italia

Alfa Romeo

Monza

1933

Luigi Fagioli

Italia

Alfa Romeo

Monza

1934

Rudolf Caracciola / Luigi Fagioli

Germania /

Italia

Mercedes-Benz

Monza

1935

Hans Stuck

Germania

Auto Union

Monza

1936

Bernd Rosemeyer

Germania

Auto Union

Monza

1937

Rudolf Caracciola

Germania

Mercedes-Benz

Livorno

1938

Tazio Nuvolari

Italia

Auto Union

Monza

1947

Carlo Felice Trossi

Italia

Alfa Romeo

Milano

1948

Jean-Pierre Wimille

Francia

Alfa Romeo

Torino

1949

Alberto Ascari

Italia

Ferrari

Monza

1950

Giuseppe Farina

Italia

Alfa Romeo

Monza

1951

Alberto Ascari

Italia

Ferrari

Monza

1952

Alberto Ascari

Italia

Ferrari

Monza

1953

Juan-Manuel Fangio

Argentina

Maserati

Monza

1954

Juan-Manuel Fangio

Argentina

Mercedes-Benz

Monza

1955

Juan-Manuel Fangio

Argentina

Mercedes-Benz

Monza

1956

Stirling Moss

Gran Bretagna

Maserati

Monza

1957

Stirling Moss

Gran Bretagna

Vanwall

Monza

1958

Tony Brooks

Gran Bretagna

Vanwall

Monza

1959

Stirling Moss

Gran Bretagna

Cooper-Climax

Monza

1960

Phil Hill

Stati Uniti

Ferrari

Monza

1961

Phil Hill

Stati Uniti

Ferrari

Monza

1962

Graham Hill

Gran Bretagna

BRM

Monza

1963

Jim Clark

Gran Bretagna

Lotus-Climax

Monza

1964

John Surtees

Gran Bretagna

Ferrari

Monza

1965

Jackie Stewart

Gran Bretagna

BRM

Monza

1966

Ludovico Scarfiotti

Italia

Ferrari

Monza

1967

John Surtees

Gran Bretagna

Honda

Monza

1968

Denis Hulme

Nuova Zelanda

McLaren-Ford

Monza

1969

Jackie Stewart

Gran Bretagna

Matra-Ford

Monza

1970

Clay Regazzoni

Svizzera

Ferrari

Monza

1971

Peter Gethin

Stati Uniti

BRM

Monza

1972

Emerson Fittipaldi

Brasile

Lotus-Ford

Monza

1973

Ronnie Peterson

Svezia

Lotus-Ford

Monza

1974

Ronnie Peterson

Svezia

Lotus-Ford

Monza

1975

Clay Regazzoni

Svizzera

Ferrari

Monza

1976

Ronnie Peterson

Svezia

March-Ford

Monza

1977

Mario Andretti

Stati Uniti

Lotus-Ford

Monza

1978

Niki Lauda

Austria

Brabham-Alfa Romeo

Monza

1979

Jody Scheckter

Sud Africa

Ferrari

Monza

1980

Nelson Piquet

Brasile

Brabham-Ford

Imola

1981

Alain Prost

Francia

Renault

Monza

1982

René Arnoux

Francia

Renault

Monza

1983

Nelson Piquet

Brasile

Brabham-BMW

Monza

1984

Niki Lauda

Austria

McLaren-TAG Porsche

Monza

1985

Alain Prost

Francia

McLaren-TAG Porsche

Monza

1986

Nelson Piquet

Brasile

Williams-Honda

Monza

1987

Nelson Piquet

Brasile

Williams-Honda

Monza

1988

Gerhard Berger

Austria

Ferrari

Monza

1989

Alain Prost

Francia

McLaren-Honda

Monza

1990

Ayrton Senna

Brasile

McLaren-Honda

Monza

1991

Nigel Mansell

Gran Bretagna

Williams-Renault

Monza

1992

Ayrton Senna

Brasile

McLaren-Honda

Monza

1993

Damon Hill

Gran Bretagna

Williams-Renault

Monza

1994

Damon Hill

Gran Bretagna

Williams-Renault

Monza

1995

Johnny Herbert

Gran Bretagna

Benetton-Renault

Monza

1996

Michael Schumacher

Germania

Ferrari

Monza

1997

David Coulthard

Gran Bretagna

McLaren-Mercedes

Monza

1998

Michael Schumacher

Germania

Ferrari

Monza

1999

Heinz-Harald Frentzen

Germania

Jordan-Mugen Honda

Monza

2000

Michael Schumacher

Germania

Ferrari

Monza

2001

Juan-Pablo Montoya

Colombia

Williams-BMW

Monza

2002

Rubens Barrichello

Brasile

Ferrari

Monza

2003

Michael Schumacher

Germania

Ferrari

Monza

2004

Rubens Barrichello

Brasile

Ferrari

Monza

 

Sopra: Partenza del “74° Vodafone Gran Premio d’Italia 2003” a Monza.

 

SECONDA PARTE

“Monza, che passione!”

Arriviamo finalmente al punto fatidico dell’articolo, ovvero, la cronaca della mia visita all’Autodromo di Monza durante l’ultima giornata di Test riservata alla Formula 1 svoltasi venerdì 26 agosto 2005. Personalmente, ho riflettuto a lungo prima di comporre questo pezzo, pensando alle parole più appropriate da scrivere e soprattutto a raccogliere le emozioni che sono scaturite in questa fantastica giornata.

Sono ormai ben sette anni che vado al circuito di Monza per assistere alle Prove Libere del Venerdì. La mia passione principale è la Formula 1, e le persone che mi conoscono lo sanno bene, e per me andare a Monza con mio padre (anche lui grande appassionato di corse) rappresenta un momento unico all’anno, un evento che aspettiamo sempre con grande impazienza. Grazie alla nostra amica Laura, che ogni anno è presente in Autodromo in qualità di volontaria della Croce Rossa Italiana, riusciamo come sempre ad avere due biglietti per assistere alle Prove. Ma quest’anno la cosa è stata molto diversa. Da alcuni mesi mi era stata anticipata la possibilità di assistere alla Sessione di Test che anticipa il Gran Premio d’Italia a Monza con l’esclusivo accesso all’Area Paddock riservato solo a poche persone fortunate. Io e mio padre abbiamo colto al volo un’occasione unica nel suo genere, accettando l’offerta. Subito avevo già pensato a un bell’articolo che avrei potuto scrivere per “TuttoMcLaren” per raccontare la mia esperienza ai tifosi McLaren, ma per il momento rimaneva solo una probabile idea…

Il giorno precedente, prima di andare a dormire, avevo già preparato lo stretto indispensabile: macchina fotografica digitale, cards per gli autografi e pennarello, bandierone d’ordinanza McLaren-Mercedes, occhiali da sole “Ray Ban” in stile “Ice Man” Kimi e, naturalmente, cappellino originale McLaren. Quest’ultimo ci tengo sempre a portarlo con me perché mi è stato regalato in seguito a una fortunata vincita dello scorso anno presso il punto vendita “Mercedes-Benz” alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Le previsioni meteorologiche restano abbastanza incerte. Inizialmente, avevamo deciso di utilizzare la moto di mio padre per arrivare con più rapidità in Autodromo, ma alla fine abbiamo optato per partire in macchina. Per evitare il traffico nell’Area di Milano, abbiamo deciso di fissare l’ora della partenza per le 6:30 del mattino.

All’ora della sveglia sono già pronto e scattante e, lo confesso, un pochino nervoso. Non ho avuto difficoltà ad alzarmi, pensando già alla bella giornata che ci avrebbe aspettato. Dopo la colazione e gli ultimi preparativi per il viaggio, siamo partiti alla volta del circuito. Arrivati a Monza, attraversiamo la città percorrendo il vialone che porta alla Villa Reale, seguendo le strade che conducono verso l’ingresso. Una volta entrati nel celebre Parco, abbiamo aspettato alcuni minuti la busta di Laura contenete i nostri biglietti per assistere all’ultima giornata di Test. Abbiamo parcheggiato l’auto dietro alla Tribuna Centrale, arrivando giusto in tempo per seguire sin dall’inizio le Prove Libere. Appena sceso dalla macchina, ho sentito sin da subito il rumore dei motori in accensione e le emozioni sono salite.

Nella mattinata, abbiamo assistito alla prima parte dei Test (9:00 – 12:30) dalla Tribuna Centrale. La visibilità permette di vedere le strutture dei box, e si tratta postazione ideale per sentire il vero rombo dei motori impegnati a pieno regime. Tutte le 10 Squadre del Mondiale di Formula 1 sono presenti a Monza a eccezione, purtroppo, della nostra McLaren, che ha lasciato l’Italia con un giorno d’anticipo dopo gli ottimi risultati ottenuti nel giorni precedenti (Record della pista di Montoya). Pochi minuti dopo l’inizio della Sessione di Prove Libere, accade il primo colpo di scena: il pilota giapponese Takuma Sato (BAR-Honda 007) rompe il motore della sua monoposto esplodendo in un’enorme nuvola di fumo. La giornata promette grande spettacolo! Sato viene riportato ai box a bordo della Safety-Car, salutando mestamente la folla. Il pubblico applaude lo sfortunato giapponese, che quest’anno ha raccolto pochi risultati interessanti in pista. Il Leader della Classifica Mondiale Piloti Fernando Alonso non scende subito in pista, a causa di un problema elettrico riscontrato sulla sua monoposto. Il cielo è carico di nuvole minacciose che nascondono il sole: la giornata non promette nulla di buono. Alcune vetture scendono in pista, ma solo per un giro di controllo e di verifica. Il tedesco Nick Heidfeld e il finlandese Nico Rosberg (figlio del grande Keke) seguono le prime fasi della giornata di Test appostati al muretto del Team “BMW-Williams”.

Finalmente si inizia a fare sul serio! Le monoposto iniziano a girare regolarmente in pista raccogliendo dati e informazioni in vista del prossimo Gran Premio d’Italia in programma nella prossima settimana. La sfortuna si accanisce ancora una volta sul pilota romano Giancarlo Fisichella (Renault), protagonista di una Stagione promettente ma molto sfortunata. “Fisico” rimane fermo in pista per un problema tecnico, e la Sessione di Prove Libere viene sospesa per permettere agli organizzatori di riportare la vettura ai box, come già in precedenza era avvenuto con Sato. Lentamente, il cielo lascia spazio ad un timido sole e le condizioni meteorologiche sembrano migliorare!  La Sessione di conclude positivamente alle 12:30. Dopo pranzo, siamo andati a ritirare i nostri pass presso il Centro Medico dell’Autodromo di Monza. Essendo dei pass presi in prestito, la nostra visita al Paddock è stata solo di un’ora e un quarto. Ma è sempre meglio di nulla, no?

Appena varcati i cancelli del Paddock, le emozioni e le sensazioni provate aumentano di passo in passo. È difficile descrivere con esattezza quei bellissimi istanti…Le strutture del Paddock sono impressionanti, moderne e iper-tecnologiche. Ogni Squadra di Formula 1 possiede in media due-tre camion attrezzati con i sistemi tecnologici più sofisticati al Mondo. La Scuderia Ferrari arriva persino a cinque-sei camion! Depositi gomme, laboratori di analisi dei carburanti, telemetrie, ricambio accessori delle monoposto, motorhome dei piloti…e molto altro ancora! Le strutture di Hospitality per i fortunati ospiti del Paddock sono super-rifornite di prebalizie da mangiare, fiori, piatti in ceramica e posate, eccetera. Qui si incontrano personaggi che di solito si vedono solo in televisione, noti solo agli appassionati del settore.

Sopra: I cinque camion della “Marlboro Scuderia Ferrari” nel Paddock di Monza;

 

Proseguiamo nella nostra lunga passeggiata davanti ai camion, avvicinandoci in fondo all’Area, nei pressi del box Ferrari. Prima vengo sfiorato dall’Ingegner Tredozzi, Direttore Tecnico della Scuderia Minardi, poi vedo lo stesso Giancarlo Minardi e infine assito al lavaggio di una gomma Michelin da parte di un meccanico Red Bull (foto in basso).

Sopra: Un meccanico del Team “Red Bull Racing” intento a lavare un pneumatico Michelin;

 

Arriviamo in fondo alla lunga fila di camion e giungiamo davanti alla postazione Ferrari nel retro-box. L’Area è circondata dai tifosi, ma è protetta dalle barriere e sorvegliata da Poliziotti. Subito arrivati passa davanti a un gruppo di tifosi il sette volte Campione del Mondo di Formula 1 Michael Schumacher, in tuta Ferrari e occhiali da sole. Il pilota tedesco saluta la piccola folla che si è radunata e si infila nella struttura box. Attendiamo il passaggio di qualche “big” della Formula 1 e indovinate un po’ chi si presenta all’appello??? Date un’occhiata alla foto in basso e vedrete…

Sopra: L’eccentrico Luca Collajanni, Capo Addetto Stampa della Scuderia Ferrari, si intrattiene con alcuni tifosi a Monza. Scattare una foto era un rito obbligatorio…

 

Eh sì, è proprio LUI!!! Il mitico Luca Collajanni!!! Il nostro bersaglio preferito nel Forum di TuttoMcLaren! Identico tale e quale a come lo si vede in televisione, con cuffie  Ferrari e Ray Ban originali. Quando l’ho visto non potevo crederci, non ho esitato un solo istante a scattargli una foto dal vivo. E quando mi ricapita una simile occasione! Lui è sempre serio e disinvolto nei discorsi mentre parla con alcune persone, mentre io e mio padre che ce la facevano sotto dal ridere! Questa foto la incornicio fin che vivo!

Poco dopo, la grande sorpresa: dal Ristorante Ferrari esce il primo pilota collaudatore Luca Badoer, alfiere della Casa di Maranello dalla Stagione 1997. Il veneto, vestito in borghese, si intrattiene con i tifosi e noi non perdiamo l’occasione per farci firmare un autografo. Luca scruta il cielo, dove finalmente il sole spadroneggia sulle nuvole del mattino. Pochi minuti dopo Luca, molto gentile con tutti, ci saluta e si dirige verso l’interno del box Ferrari.

 

Sopra: Il pilota collaudatore della Scuderia Ferrari, Luca Badoer, si intrattiene con alcuni tifosi firmando alcuni autografi. Il tempo è incerto e Luca scruta il cielo;

 

Sopra: Un meccanico Ferrari controlla e lava una gomma Bridgestone al Paddock;

 

Decidiamo di proseguire alla volta del garage del Team Jordan, dove i controlli sono minori rispetto ad altre più blasonate Squadre di Formula 1. Ci intrufoliamo nel box con una certa disinvoltura, percorrendo uno stretto corridoio che divide in due lo spazio all’interno del garage. Un semplice muro in cartone divide la corsia con il box Jordan. Oltre il muro, vediamo triangoli delle sospensioni, telai smontati, alettoni anteriori, musetti e attrezzature meccaniche. Uscendo dal box, ci si immette sulla pit-lane dove vediamo sfrecciare le monoposto nella corsia box a bassa velocità. Sato si rende protagonista di un bello “scherzetto” ai visitatori sgasando con il motore Honda V10 della sua monoposto prima di oltrepassare la linea di uscita della pit-lane. L’urlo del propulsore ci frastorna, e a dire il vero quasi non ce l’aspettavamo!

Sopra: La lunga corsia della Pit-Lane all’Autodromo di Monza;

 

Osservando l’interno del garage, vediamo il pilota indiano Narain Karthikeyan nell’abitacolo della sua Jordan-Toyota EJ15B in attesa di tornare in pista. Si tratta dell’evoluzione del deludente modello EJ15 che ha gareggiato durante la Stagione 2005. La nuova versione propone delle fiancate completamente modificate, seguendo le mode in corso, l’inserimento delle ciminiere per lo sfogo dell’aria calda, paratie laterali nuove e l’adozione di un’ala anteriore simile alla Casa transalpina Renault, con due elementi alari collocati sopra gli spoiler anteriori. Narain è completamente immerso nella sua vettura, quasi a formare un unico corpo con la macchina, il suo sguardo è fisso e i suoi occhi lontani. I meccanici si muovono con calma e compostezza, comunicando con radio e cuffie. Nei box regna la calma e la distensione, come se tutti i componenti della Squadra sapessero esattamente che cosa devono fare e quale compito assolvere. Una sorta di puzzle dove ogni singolo pezzo è di fondamentale importanza per la buona riuscita della figura. Devo dire che immaginavo diversamente la scena in un garage di Formula 1, e sono rimasto veramente impressionato. In un attimo di pausa, un meccanico passa la borraccia dell’acqua a Narain, che si infila la cannuccia sotto il casco sorseggiando del liquido. Devo dire che la Jordan vista da vicino è molto più bella di quelle inquadrature in televisione: ho imparato ad apprezzare anche la sua bellezza fisica ed estetica in questa giornata.

 

Sopra: Due splendide immagini del pilota indiano Narain Karthikeyan (Jordan-Toyota EJ15B) all’interno del garage del Team “Jordan Grand Prix”;

 

Uscendo dal garage, decido di infilarmi nel box del Team “Parasonic Toyota Racing” posto accanto a quello della Squadra Jordan. Da una postazione molto più lontana posso ammirare il lavoro nel garage della Scuderia nipponica. Il pilota abruzzese Jarno Trulli è calato all’interno dell’abitacolo, con il casco color argento appoggiato sul cupolino della vettura. Accanto a me, il Team Manager di Trulli, Lucio Cavuto, scambia alcune parole in lingua francese con un componente della Squadra. Jarno si asciuga la fronte con un asciugamano bianco, mentre la vettura è spoglia del coprimotore e prima delle due gomme anteriori e dell’intero alettone. I meccanici provvedono all’inserimento dei due refrigeratori ponendoli all’interno delle due fiancate.

Sopra: Il pilota abruzzese Jarno Trulli (Toyota) all’interno della sua monoposto nel box del Team nipponico;

 

Abbandonato il box Jordan, ci dirigiamo verso il box del Team “Red Bull Racing”. I controlli all’interno del Paddock sono poco severi, e nessuno sembra far caso a noi. Ci dirigiamo all’interno del garage della Squadra austriaca, ma due ragazze del Team ci bloccano puntualmente impedendoci di restare all’interno del box. Purtroppo non siamo muniti del pass “Red Bull” e dobbiamo levare le tende. Prima, però, la ragazza molto gentilmente mi permette di scattare una foto della vettura del pilota austriaco Christian Klien prima di andarmene.

Sopra: Una splendida immagine del pilota austriaco Christian Klien all’interno del box del Team “Red Bull Racing”. Notate le ridotte dimensioni di altezza e tutte le appendici alari inserite per migliorare l’aerodinamica e il raffreddamento della vettura;

 

Passando dietro alla postazione del Team Renault, osserviamo i tecnici della Casa francesi intenti a lavorare sui computer della telemetria e alle prese con migliaia di dati sulle condizioni delle monoposto giallo-blu. Una scena simile possiamo osservarla all’interno del box del Team svizzero Sauber.

Dopo le visite ai box, decidiamo di assistere ai Test delle Squadre di Formula 1 dalla postazione sopra i box, nella grande struttura vetrata dell’Autodromo di Monza. La prima postazione è quella della Squadra Ferrari, dove al muretto sono presenti il Direttore della Gestione Sportiva Jean Todt e il Capo Progettista Rory Byrne. Todt tiene in mano il cronometro ed è girato verso l’interno del garage, scrutando di tanto in tanto il cielo. Alcune macchine rientrano ai box, mentre altre sfrecciano ad alta velocità lungo il rettifilo principale. Percorriamo tutta la struttura box dall’alto passeggiando per la pit-lane. Arrivati in fondo, decidiamo di tornare indietro. Prima di lasciare il Paddock, scatto una foto alla lunga fila di camion delle Squadre di Formula 1. Non ho mai visto in vita mia strutture così moderne e all’avanguardia come oggi!

Sopra: Jean Todt e gli uomini in rosso al muretto della “Marlboro Scuderia Ferrari”;

 

Una volta lasciato il Paddock, torniamo al Centro Medico e restituiamo i nostri preziosi pass al Responsabile del Centro Medico dell’Autodromo di Monza, il dott. Ceccarelli, al quale stringo la mano ringraziando per averci prestato i pass per questa meravigliosa ora che abbiamo trascorso. Uscendo dal Centro Medico, noto alcuni tifosi attaccati alle reti del Paddock in attesa di veder passare un big della Formula 1. Credo che questo Sport mantenga sempre un certo alone di “esclusività” riservata solo a poche persone privilegiate. Io stesso mi ritengo una persona fortunata ad aver avuto l’accesso esclusivo al Paddock. Un tempo la Formula 1 era uno Sport più libero e meno rigido, dove i tifosi potevano accedere alle strutture delle Squadre molto più facilmente di quanto non sia oggi. C’era solo Sport, tanto Sport. I Regolamenti, il denaro e il senso di potere hanno soffocato la Formula 1 odierna. Ora ci troviamo di fronte a due pianeti distanti e completamente differenti. Oggi si parla tanto di un possibile avvicinamento tra il pubblico e la Formula 1: onestamente, credo che difficilmente in futuro le cose potranno cambiare.

Sopra: Un intero esercito di gomme Michelin del Team British American Racing;

 

La nostra giornata prosegue, e ci dirigiamo alla Prima Variante per seguire il proseguimento degli ultimi Test a Monza in vista del Gran Premio d’Italia 2005. Insieme alla Seconda Variante della Roggia e alla Variante Ascari, questo è il punto migliore per seguire le monoposto di Formula 1 lungo il tracciato di Monza. Le vetture rallentano di colpo per infilarsi in una chicane molto lenta e stretta, decisamente impegnativa per i piloti e per i freni.

Sopra: Il tedesco Nick Heidfeld (Williams-BMW) in azione sui cordoli della Prima Variante;

 

Durante il pomeriggio, riceviamo una telefonata sul cellulare da parte di Laura, la quale ci domanda se ci siamo divertiti durante la nostra visita al Paddock. La mia risposta è stata affermativa, e inoltre ho colto l’occasione per ringraziarla per avermi fornito questa grande opportunità di visitare dal vivo il Mondo della Formula 1. Voglio ringraziare ancora una volta Laura attraverso le righe di quest’articolo esprimendo un grande senso di gratitudine verso di lei, che ogni anno mi permette di vivere una giornata per certi versi indimenticabile.

I piloti percorrono in maniera pulita la chicane. Lo spagnolo Fernando Alonso sembra perfetto nell’impostazione delle curve, mai un errore, mentre lo scozzese David Coulthard sembra il pilota più in difficoltà in questo punto e compie alcune piccole sbavature. Le emozioni non sembrano aver fine. Il pilota collaudatore del Team BAR, Anthony Davidson, si rende protagonista di un testacoda durante l’impostazione della variante. La vettura si gira e, poco dopo, si spegne il motore. Bandiera rossa: la Sessione di Test è momentaneamente sospesa. La monoposto bianco-bera viene riportata ai box grazie al carro attrezzi, mentre il pilota sale a bordo della Safety-Car rientrando al garage della Squadra di Nick Fry. La Sessione di Test si conclude nel tardo pomeriggio con un ultimo colpo di scena: il pilota collaudatore della Scuderia Ferrari Luca Badoer si ferma lungo il circuito per un problema tecnico sulla sua monoposto ma, purtroppo, la non-presenza di teleschermi non ci consente di seguire l’accaduto. Per la cronaca, il miglior tempo della giornata è stato realizzato dal Leader della Classifica Mondiale Piloti, lo spagnolo Fernando Alonso (Renault), mentre l’abruzzese Jarno Trulli è stato il pilota che ha compiuto il maggior numero di giri, con 49 tornate all’attivo.

Sopra: Il pilota spagnolo Fernando Alonso (Renault), in azione alla Variante Ascari e autore del miglior tempo sul giro dell’ultima giornata di Test a Monza;

 

Prima di lasciare l’Autodromo di Monza, torniamo al Villaggio di Monza per scattare una foto ricordo con il bronzo del leggendario pilota argentino Juan-Manuel Fangio, accanto alla sua gloriosa Mercedes-Benz W196 in versione ruote scoperte. Questo monumento è stato inaugurato qualche anno fa proprio dal nostro “IceMan” Kimi Raikkonen in presenza delle autorità e dalle rappresentanze della Casa tedesca a tre stelle. Proprio così: Fangio e Monza. La Leggenda nella Leggenda. Coloro che insieme ad altri leggendari piloti e prestigiose Case Automobilistiche hanno scritto importanti pagine della Storia della Formula 1 e del mitico circuito di Monza.

 

Sopra: Fotografia di rito con il monumento in bronzo dedicato al grande pilota argentino Juan-Manuel Fangio insieme alla leggendaria Mercedes-Benz W196;

 

Anche quest’anno la nostra avventura a Monza si è avviata alla conclusione, ma questa volta con la certezza di aver vissuto una giornata per certi versi davvero speciale. Indimenticabile.

3 Settembre 2005

Mattia Albera